LA CITTÀ DEI PONTI E UN NUOVO SOGNO PER LA SCUOLA
Caro direttore, dopo i primi seminari nazionali all’Istituto Alcide Cervi, un luogo della memoria, nella campagna di Gattatico, vicino a Reggio Emilia, quest’anno Costruttori di ponti va in città, a Firenze, il 5 e 6 aprile 2018. Il primo incontro, il 27 e 28 novembre 2015, era dedicato in particolare al tema delle migrazioni e della memoria; il secondo, l’8 aprile 2016, all’Europa e ai modelli di integrazione a confronto, messi in crisi dagli attentati; il terzo, sulle nuove generazioni italiane, il 29 e 30 marzo 2017. Perché a Firenze? Tanti anni fa, nel clima difficile del dopoguerra, un giurista fiorentino, Piero Calamandrei, aveva fondato una rivista che si chiamava Il Ponte, con l’obiettivo di seguire le fasi dell’ attuazione della Costituzione della Repubblica e di rimettere in dialogo e in cammino persone e culture, scuole e territori, memorie e città. Ecco siamo nella città dei ponti, di Calamandrei e della Costituzione che ha appena compiuto 70 anni. Siamo nella città di Giorgio La Pira, sindaco di Firenze dl 1951 al 1965, con Calamandrei padre costituente. Un costruttore di ponti, tessitore di dialogo tra popoli e culture, ricorrono quest’anno i 40 anni del Centro Internazionale per gli studenti intitolato al suo nome. E siamo nella città, o meglio nella sua «periferia», della scuola di don Lorenzo Milani. Dalle finestre di Barbiana si potevano, si possono, vedere molti angoli di mondo, molte zone d’ombra. Ma dalle «periferie», dai piccoli centri, spesso si possono vedere meglio le realtà. Ecco il tema di quest’anno: «La scuola aperta sul mondo», una realtà di fatto, certo più complessa e difficile, per la composizione delle classi con allievi delle più diverse provenienze, lingue, religioni. Una sfida per l’educazione ma anche un’occasione di cambiamento. C’è ancora bisogno di ponti e di insegnanti costruttori, dotati di bussole e di materiali e tecniche utili per l’ «impresa». Portatori di «utopie concrete», come affermava Alex Langer, insegnante e politico cosmopolita, nato e cresciuto in Alto Adige ma vissuto anche a Firenze. L’opposto della parola «muro» è la parola «ponte», lo sanno anche i bambini. I ponti sono stati costruiti da sempre con i materiali più diversi: sassi, corde, legno, vegetali, vetro, ferro, combinando, come accade per i ponti moderni, i materiali più diversi. L’arte di costruire è la capacità di combinare i materiali, di questa abilità è fatto il mestiere degli educatori e dei costruttori di pace. Oggi le classi e le scuole sono già finestre aperte sul mondo, sono lo specchio del nostro Paese e di come sarà l’Italia di domani. C’è bisogno di una prospettiva di futuro, di un nuovo sogno, anche a questo servono i ponti. Il seminario è suddiviso in sei sessioni tematiche parallele che ospiteranno analisi, esperienze, testimonianze e un confronto aperto di idee e proposte sui temi del dialogo interreligioso, dell’arte come strumento di integrazione, sul plurilinguismo diffuso nelle nostre scuole e città, su Giorgio La Pira e la Costituzione, Don Milani e le periferie e sui racconti delle scuole provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo. Dalle avventure del Pinocchio arrivato dall’Africa agli esercizi di democrazia del contastorie proveniente della Birmania, ai diari di viaggio delle insegnanti di lingua rumena nelle scuole italiane e degli insegnanti e dirigenti (e alunni) italiani nelle scuole della Cina e degli Stati Uniti. Il seminario si rivolge a insegnanti e dirigenti scolastici, a studenti e operatori culturali, a rappresentanti degli Enti locali e del volontariato.