Corriere Fiorentino

Gli angeli del terremoto salvano 260 opere

Terminata a Spoleto la missione dei ragazzi dell’Opificio delle Pierre Dure

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Sono stati in Umbria, a Spoleto, per un anno circa. Erano in dieci, tutti giovani restaurato­ri diplomati all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, quelli che hanno vinto un bando per mettere in sicurezza molte delle tante opere d’arte colpite dal terremoto del 2016: 260 per l’esattezza. Ora che sono appena tornati sono entusiasti e commossi per l’esperienza. Un progetto, questo, reso possibile dalla collaboraz­ione tra Fondazione Cr Firenze che ha fornito un contributo di 130 mila euro per sostenere l’impegno dei restaurato­ri e Opificio delle Pietre Dure in accordo con la Soprintend­enza archeologi­a, belle arti e paesaggio dell’Umbria e col Segretaria­to regionale del Mibact per l’Umbria. Durante questo anno i restaurato­ri, che si sono alternati nel capannone di 5 mila metri quadri allestito a Spoleto, per tre-quattro mesi ciascuno hanno lavorato sui frammenti delle opere colpite: di ciascuna sono stati identifica­ti il tipo di oggetto e la provenienz­a, è stata redatta una scheda sanitaria con valutazion­e del danno e della necessità di restauro ed è stato valutato il codice di priorità di intervento. La sinergia delle forze in campo è stata la ricetta vincente che coniuga, come dice il direttore della Fondazione Cr Gabriele Gori la nostra volontà di mettere «a sistema le eccellenze del nostro territorio» e, aggiunge il soprintend­ente dell’Opd Marco Ciatti la voglia di «fornire il nostro contributo per i territori colpiti dal recente sisma sulla base delle nostre esperienze pregresse».

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Due restaurato­ri al lavoro grazie al progetto di Fondazione Cr e Opificio Pietre Dure

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