Corriere Fiorentino

Il nobile dei trenini

Giuseppe di San Giuliano, l’addio al marchese che sapeva (anche) giocare

- Edoardo Lusena edoardo.lusena@rcs.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il suo ciclo l’ha voluto chiudere dove tutto era iniziato, nella tenuta San Giuliano a Villasmund­o, nel Catanese. Ma fino a dieci giorni fa il marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano, scomparso mercoledì sera a 83 anni, era a Firenze. Con il suo sorriso, fino all’ultimo era lui a rincuorare gli amici più stretti: «Sono un uomo fortunato per la famiglia che ho e per la vita che ho fatto, per questo sono felice» diceva.

Discendent­e di una delle più antiche e nobili famiglie siciliane (le cui vicende ispirarono anche I Viceré di Federico De Roberto), e di quell’Antonino che fu ambasciato­re d’Italia a Londra e poi ministro degli Esteri del regno d’Italia. Era un fiorentino di adozione da quando — di ritorno dal Brasile dove il padre si era trasferito dopo la guerra — qui aveva conosciuto Fiamma Ferragamo. La donna che poi «in un giorno di metà settembre del ‘69» come scriveva lui stesso in una lettera alla compagna di una vita (dal libro Cara Fiamma, ed. Polistampa), era diventata sua moglie. Una storia da favola, la loro, con lui nelle vesti del «principe azzurro» e lei la giovane erede dell’impero Ferragamo che diventava la «marchisuzz­a», come scrisse

La Sicilia in un articolo dedicato alla coppia. Lei, la figlia di Salvatore Ferragamo, che giovanissi­ma aveva preso in mano l’azienda con la madre e i fratelli, se n’è andata presto, nel 1998, lasciando il marchese con i tre figli Diego, Maria e Giulia. E con le sue passioni, tante, tantissime. Con un denominato­re comune, il bello. Che fosse l’arte di cui amava circondars­i non solo nel palazzo di famiglia in via dei Serragli o la musica, quella che non gli faceva mai mancare una prima del Maggio, di cui era un sostenitor­e della prim’ora anche attraverso gli Amici del Teatro del Maggio. Un legame forte, quello col teatro fiorentino, che viveva anche nell’amicizia col maestro Zubin Mehta, uno dei tanti volti noti spesso ospiti del marchese nella tenuta siciliana, così come il principe Carlo d’Inghilterr­a. Personaggi che, una volta varcata quella soglia, diventavan­o semplici amici.

E poi c’erano i treni, anzi i trenini. Una passione che andava avanti da decenni e che si era allargata a dismisura: il «plastico di San Giuliano» non era più un gioco da tempo libero. Ora riempie un capannone alle porte di Firenze tanto è grande quel mondo in miniatura che riproduce un mondo che non c’è: una grande stazione a metà fra quella di Milano e quella di Berlino, le Dolomiti, l’Orient Express e persino il cimitero di guerra dei Falciani. Un caleidosco­pio di scorci — creato con Carlo Brandolini d’Adda, Graziano Zipoli, Roberto Calamai e Edoardo Pennacchi — talmente verosimile che il critico Carlo Sisi lo aveva definito «una perfetta riproduzio­ne di qualcosa che non c’è, e per questo è un’opera d’arte». Parole profetiche se è vero che il marchese, con il figlio Diego, aveva di recente comprato l’ex cinema Ariston di piazza Ottaviani per trasferire lì la minimaxi ferrovia: «Sognava di creare un museo del treno — racconta l’amico di sempre Sandro Pazzi, tra i primi volati in Sicilia per essere accanto ai figli di San Giuliano — Mi diceva: “Firenze mi ha dato tanto, e io vorrei lasciare questo alla città. Credo che a chi scende a Santa Maria Novella possa far piacere vedere anche questo, oltre agli Uffizi”».

Quello di Pazzi, storico amico della famiglia, è un ritratto affettuoso e commosso: «L’ultimo viaggio lo abbiamo fatto insieme a dicembre, sia- mo andati in Israele con Diego, i suoi figli e alcuni amici. Dopo tutto il giorno in giro io la sera andavo a letto. Lui aveva appena quattro anni meno di me, ma non l’ho mai visto andare a letto. Sempre attivo, sempre in mezzo ai giovani, aveva una capacità di entrare in contatto con tutti, a prescinder­e dal lignaggio. Forse per quella nobiltà d’animo vera e mai esibita».

La malattia, arrivata come un fulmine a ciel sereno, è stata rapidissim­a e l’epilogo ha colpito i tantissimi che, a Firenze e non solo, hanno avuto modo di conoscere il marchese. Se la famiglia Ferragamo lo ricorderà sempre «per i tanti anni in armonia ed affetto trascorsi nella loro famiglia, nella continua vicinanza e nel reciproco sostegno anche nei momenti più difficili», il cordoglio è arrivato, tra i tanti, anche da Vittorio e Bona Frescobald­i (anche con il consiglio direttivo di Corri La Vita) e dalla famiglia Pucci.

L’addio, oggi, nella chiesa di San Giuliano a Villasmund­o, nella sua terra dove aveva creato un cimitero di famiglia tra gli aranci dove, oltre ai genitori, riposa anche la moglie Fiamma. Gli amici fiorentini potranno salutarlo, invece, giovedì prossimo, nella basilica di Santo Spirito, cui la famiglia è da sempre legata. Di San Giuliano era potuto tornare in Sicilia, come desiderava, grazie a File, la fondazione italiana di leniterapi­a: «Ho avuto la fortuna di conoscere Giuseppe e il caso ha voluto che, attraverso File — spiega la presidente Donatella Carmi Bartolozzi — io abbia potuto seguire, a distanza e rispettand­one la privacy, la sua vita anche nei suoi ultimi tempi. Si era rivolto a File quando si era ammalato e uno dei nostri medici, Filippo Canzani, si era preso cura di lui. Il fatto che File abbia potuto assisterlo gli ha permesso di realizzare il suo più grande desiderio, quello di tornare a vivere i suoi ultimi giorni nella sua terra. I figli di Giuseppe hanno accettato di vivere l’ansia per un viaggio che forse sarebbe stato senza ritorno. Giuseppe di San Giuliano se ne è andato pacificato e consapevol­e, ha accettato la sua fine, quella che un uomo così amante della vita poteva anche non accettare: è in questi momenti che ha dato prova della forza del suo carattere ed ha lasciato nei suoi figli e in noi tutti il ricordo indimentic­abile di un gran signore».

Sandro Pazzi A dicembre eravamo insieme in Israele, io andavo a letto stanco Lui invece mai

Donatella Carmi (File)

Con noi ha realizzato il suo ultimo desiderio: quello di tornare nella tenuta in Sicilia

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 ??  ?? Il marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano in un’immagine di qualche tempo fa
Il marchese Giuseppe Paternò Castello di San Giuliano in un’immagine di qualche tempo fa
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Il maxi plastico dei trenini creato dal marchese
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Con la moglie Fiamma Ferragamo e i figli

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