Corriere Fiorentino

Sanità, gli esperti antirischi «Con i tagli meno sicurezza»

L’allarme in Regione in un documento riservato: «Potrebbero esserci ricadute sulle cure»

- Giulio Gori

In Toscana i risarcimen­ti per errori medici lievitano, fino ad arrivare a sfiorare i 50 milioni di euro all’anno. E la massima autorità toscana in tema di sicurezza delle cure ipotizza una correlazio­ne tra questa impennata e la riduzione del numero di medici e infermieri negli ospedali. Lanciando un campanello d’allarme contro i nuovi imminenti tagli. Siamo infatti venuti in possesso di un documento partito nelle settimane scorse dai vertici del centro di gestione del rischio clinico (l’autorità regionale che vigila sugli errori medici e studia le linee guida da seguire per evitare che si ripetano) all’assessorat­o regionale alla salute e che ora sta cominciand­o a circolare anche al di fuori delle stanze di via Alderotti: «Preoccupan­o i tagli al personale — recitano i passaggi più significat­ivi — Noi paghiamo attualment­e 40-50 milioni di euro l’anno per risarcimen­ti, ed è il principale dubbio che forse, con qualche unità in più di personale, avremmo risparmiat­o qualche vita umana e qualche risarcimen­to».

Parole pesanti che però si trasforman­o in un appello accorato alla Regione a «porre la questione a livello nazionale», visto che la Toscana subisce i nuovi tagli a causa di una legge dello Stato e non per sua decisione. Tagliare medici e infermieri, recita il documento, «può avere delle ricadute molto gravi sulla sicurezza delle cure. Esiste una ampia letteratur­a che attribuisc­e alla riduzione del personale medico ed infermieri­stico aumenti di mortalità e peggiorame­nto delle cure. La causa più frequente di eventi sentinella è ormai appurata essere il fattore umano che include i problemi di personale e di sovraccari­co lavorativo (fatica mentale, stress, ecc.). Lavorare in queste condizioni e nella fretta potrebbe nuocere anche alle procedure di routine». E ancora: «Si continua a mettere in prima linea i giovani medici (esempio, i pronto soccorso) o fargli fare in solitudine turni di lavoro (sappiamo che il week end sono giorni critici) senza alcuna consideraz­ione dei livelli di competenza. Il pronto soccorso è una attività ad alto rischio più di altri reparti».

Al di là dei tagli imposti entro il 2020 (45 milioni su cui l’assessore Saccardi intende trattare però col governo per ridurre la cifra), la riduzione dei finanziame­nti statali alle Regioni cominciò con la spending review del governo Monti. Parallelam­ente, le spese sui risarcimen­ti sono salite. Nel 2010 la Toscana abbandonò le polizze assicurati­ve perché costavano troppo (50 milioni di euro all’anno) e scelse di pagare di tasca propria facendo accantonar­e alle aziende delle riserve di denaro per liquidare eventuali risarcimen­ti. Secondo un rapporto della Regione dell’agosto 2016, la Toscana spendeva tra i 20 e i 25 milioni all’anno in risarcimen­ti, di cui 10 in ambito ostetrico: in tutto 1.500 richieste di risarcimen­to, di cui la metà finivano per ottenerlo. Con una media quindi di 30 mila euro per ogni risarcito. In realtà di norma i risarcimen­ti sono sensibilme­nte più bassi, a tirare su la media erano (e sono) proprio i casi ostetrici, pochi ma estremamen­te onerosi. A distanza di due anni, la cifra complessiv­a spesa dalla Toscana è raddoppiat­a.

Il governator­e Enrico Rossi ha fatto ricorso alla Consulta contro la norma che impone i tagli. Altre regioni lo hanno già fatto senza esiti. E così per la Toscana la strada sembra davvero essere in salita. Tanto che è notizia di ieri che il governo, su proposta del premier Paolo Gentiloni, ha deliberato che si opporrà di fronte alla Corte Costituzio­nale contro i ricorsi di cinque Regioni, tra cui la Toscana, contro il bilancio 2018-2020.

Trend negativo Paghiamo attualment­e 40-50 milioni l’anno di risarcimen­ti, si poteva fare meglio?

 Avvertimen­ti Si continuano a mettere in prima linea giovani medici o a fargli fare turni in solitaria

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