Sanità, gli esperti antirischi «Con i tagli meno sicurezza»
L’allarme in Regione in un documento riservato: «Potrebbero esserci ricadute sulle cure»
In Toscana i risarcimenti per errori medici lievitano, fino ad arrivare a sfiorare i 50 milioni di euro all’anno. E la massima autorità toscana in tema di sicurezza delle cure ipotizza una correlazione tra questa impennata e la riduzione del numero di medici e infermieri negli ospedali. Lanciando un campanello d’allarme contro i nuovi imminenti tagli. Siamo infatti venuti in possesso di un documento partito nelle settimane scorse dai vertici del centro di gestione del rischio clinico (l’autorità regionale che vigila sugli errori medici e studia le linee guida da seguire per evitare che si ripetano) all’assessorato regionale alla salute e che ora sta cominciando a circolare anche al di fuori delle stanze di via Alderotti: «Preoccupano i tagli al personale — recitano i passaggi più significativi — Noi paghiamo attualmente 40-50 milioni di euro l’anno per risarcimenti, ed è il principale dubbio che forse, con qualche unità in più di personale, avremmo risparmiato qualche vita umana e qualche risarcimento».
Parole pesanti che però si trasformano in un appello accorato alla Regione a «porre la questione a livello nazionale», visto che la Toscana subisce i nuovi tagli a causa di una legge dello Stato e non per sua decisione. Tagliare medici e infermieri, recita il documento, «può avere delle ricadute molto gravi sulla sicurezza delle cure. Esiste una ampia letteratura che attribuisce alla riduzione del personale medico ed infermieristico aumenti di mortalità e peggioramento delle cure. La causa più frequente di eventi sentinella è ormai appurata essere il fattore umano che include i problemi di personale e di sovraccarico lavorativo (fatica mentale, stress, ecc.). Lavorare in queste condizioni e nella fretta potrebbe nuocere anche alle procedure di routine». E ancora: «Si continua a mettere in prima linea i giovani medici (esempio, i pronto soccorso) o fargli fare in solitudine turni di lavoro (sappiamo che il week end sono giorni critici) senza alcuna considerazione dei livelli di competenza. Il pronto soccorso è una attività ad alto rischio più di altri reparti».
Al di là dei tagli imposti entro il 2020 (45 milioni su cui l’assessore Saccardi intende trattare però col governo per ridurre la cifra), la riduzione dei finanziamenti statali alle Regioni cominciò con la spending review del governo Monti. Parallelamente, le spese sui risarcimenti sono salite. Nel 2010 la Toscana abbandonò le polizze assicurative perché costavano troppo (50 milioni di euro all’anno) e scelse di pagare di tasca propria facendo accantonare alle aziende delle riserve di denaro per liquidare eventuali risarcimenti. Secondo un rapporto della Regione dell’agosto 2016, la Toscana spendeva tra i 20 e i 25 milioni all’anno in risarcimenti, di cui 10 in ambito ostetrico: in tutto 1.500 richieste di risarcimento, di cui la metà finivano per ottenerlo. Con una media quindi di 30 mila euro per ogni risarcito. In realtà di norma i risarcimenti sono sensibilmente più bassi, a tirare su la media erano (e sono) proprio i casi ostetrici, pochi ma estremamente onerosi. A distanza di due anni, la cifra complessiva spesa dalla Toscana è raddoppiata.
Il governatore Enrico Rossi ha fatto ricorso alla Consulta contro la norma che impone i tagli. Altre regioni lo hanno già fatto senza esiti. E così per la Toscana la strada sembra davvero essere in salita. Tanto che è notizia di ieri che il governo, su proposta del premier Paolo Gentiloni, ha deliberato che si opporrà di fronte alla Corte Costituzionale contro i ricorsi di cinque Regioni, tra cui la Toscana, contro il bilancio 2018-2020.
Trend negativo Paghiamo attualmente 40-50 milioni l’anno di risarcimenti, si poteva fare meglio?
Avvertimenti Si continuano a mettere in prima linea giovani medici o a fargli fare turni in solitaria