Le grandi e quel tabù ancora da sfatare
Zero vittorie contro le prime otto: contro Di Fra per smentire i numeri
Dopo cinque vittorie il viaggio a Roma, in uno stadio tradizionalmente ostile, fa un po’ meno paura. In casa dei giallorossi non vinciamo da sei anni e cinque partite, ma se i numeri sono una specie di condanna, questa nuova Fiorentina, figlia di una tragedia devastante, sembra aver ritrovato fiducia, convinzione, anche la serenità dei forti.
La squadra è cresciuta sotto ogni profilo, tecnico e tattico. Al di là della classifica, tornata a sorridere, la sfida contro la Roma è lo spartiacque per capire sin dove si possono spingere i nostri sogni e quali siano le possibilità di arrivare in Europa (League). Roma è un altro muro da scalare per superare i propri limiti.
Mai, sino adesso, abbiamo vinto contro le prime otto. Ci siamo andati vicini con Atalanta e Milan e abbiamo mesto so sotto l’Inter, ma sempre dentro il Franchi.
E se prendiamo le prime cinque, che fanno un campionato a parte, il bilancio viola è veramente striminzito: tre punti appena quelli conquistati su 21 disponibili. Per l’Europa serve uno scatto in avanti, un atto di fede. La Fiorentina senza Astori ha fatto tanto ma oggi, senza assilli e con la stessa feroce determinazione mostrata nell’ultimo mese, deve provarci.
Il calendario non ci dà una mano. Ma le tabelle sono fatte apposta per essere smentite, i pronostici ribaltati, le previsioni sbugiardate. Da qui avanti sono necessari coraggio e volontà. La Fiorentina vuole l’Europa anche per dedicarla al suo capitano. Nel momento in cui era facile che una squadra giovane e senza obiettivi potesse piegarsi sot- il peso di quanto accaduto, i ragazzi di Pioli hanno dato il meglio: seri, forti, umili. Tosti. Uniti, nel dolore e in campo. Finalmente squadra. L’allenatore ci ha messo tanto del suo, un po’ babbo e un po’ guida, spesso fratello maggiore, ha curato le lacrime con gli schemi e allontanato il vuoto dell’anima con la gioia del pallone. Firenze e la proprietà, mai tanto divise come in questa stagione, hanno fatto il resto. Un aiuto fondamentale. Perché solo unita la Fiorentina può andare oltre se stessa.
Roma è un esame durissimo anche se la speranza, neppure troppo nascosta, è che i giallorossi siano distratti dalle due partite con il Barcellona, quella già andata in onda al Camp Nou e quella di martedì all’Olimpico.
Di Francesco, che qualche mese fa poteva essere l’allenatore viola, deve gestire uomini e la rabbia di una sconfitta troppa dura. Alla Fiorentina sarebbe servito Chiesa. Ma i viola anche sotto questo aspetto sono cresciuti, fanno con quello che hanno. Serviranno la personalità di Veretout, la fantasia di Saponara, la forza di Dabo, i gol di Simeone, che mai è riuscito a segnare tre volte di fila.
Servirà, insomma, la Fiorentina. Quella che non molla mai.