La nuova pista, un’apertura ai Comuni del no
Il presidente Venditti: «Vogliamo condividere il nostro lavoro con chi ha fatto ricorso al Tar»
«L’Osservatorio si aprirà ai Comuni e alla popolazione». Capita di inciampare in una conversazione, dopo aver evitato di inciampare nelle transenne che circondano i cantieri di piazza della Repubblica. Il dirigente del ministero dell’Ambiente Antonio Venditti ha appena concluso la terza riunione dell’Osservatorio ambientale sul nuovo aeroporto di Firenze. Ed accetta di parlarci di come sta andando avanti il lavoro di questo gruppo di tecnici sui quali si è concentrata la polemica dei contrari al progetto, o di chi ha dubbi: a partire dai sette Comuni che non hanno rappresentati nell’Osservatorio e che, anche su questo, hanno basato i loro ricorsi al Tar.
Dottor Venditti, come sta andando avanti il lavoro?
«L’Osservatorio è un punto di raccordo col territorio, per un progetto particolarmente sentito. Il nostro lavoro è prettamente tecnico, dobbiamo verificare l’ottemperanza del progetto alle prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale. Ma uno dei valori dell’Osservatorio è quello di dialogare col territorio».
Difficile dialogare con chi non è seduto dentro l’Osservatorio.
«Dobbiamo rispettare gli atti e le scelte degli altri enti pubblici, a partire dal decreto Via a cui ci atteniamo».
E quindi sui ricorsi al Tar...
«Non ne parlo, non ci competono. Ma ho seguito bene la procedura di Via. Quest’opera prevede, perché c’è stata una sensibilità importante sul territorio, una serie di opere compensative dal punto di vista ambientale, con prescrizioni che è nostro compito far osservare. Dato che c’è una parte rilevante di attenzione ambientale da parte del territorio, noi vogliamo condividere questa attenzione».
Ripeto: i Comuni interessati non hanno rappresentanti nell’Osservatorio.
«E su questo non ci possiamo fare nulla: l’Osservatorio è stato istituito con un decreto del Ministero dell’Ambiente. Ma abbiamo deciso, nell’ultima riunione, di trovare momenti in cui tutti si possano parlare e confrontare. Lo abbiamo scritto nel regolamento: l’Osservatorio potrà ufficialmente interloquire con gli interessati. E tutti gli enti sono d’accordo. Già nel mese corrente, metteremo in piedi subito una comunicazione istituzionale per far capire già subito cosa stiamo facendo. Ma anche forme di interlocuzione diretta con le amministrazioni comunali. Se le amministrazioni comunali vogliono interloquire con noi, lo potranno fare».
Avete già cominciato ad affrontare le 138 prescrizioni della Valutazione di impatto ambientale?
«Sono meno, 55, con sub prescrizioni. Mi occupo di prescrizioni da tanti anni: quando il ministero dell’ambiente ne fa poche, la critica è: ha sottovalutato. Se ne fa tante, e in questo caso non siamo ai massimi livelli come per le autostrade, sono sempre troppe. Quelle prescrizioni sono invece la dimostrazione dell’attenzione all’ambiente e la richiesta di realizzare l’opera con tutte le attenzioni possibili ed il minimo o nullo impatto ambientale».
Restano dei nodi: non è una passeggiata spostare 40 ettari di aree naturali, mantenere la sicurezza idraulica spostando il fosso Reale a valle... E sono opere costose.
«I costi non sono di mia competenza, ne parleranno nella Conferenza dei servizi. Ma quando si impegnano dei soldi, per interventi ambientali, non contano le somme in gioco ma cosa portano come miglioramento ambientale. A Peretola non si è solo voluto fare una pista, ma il ministero e gli altri enti hanno prescritto una risistemazione territoriale, una parte importante delle risorse è utilizzata per la riqualificazione della Piana. Non si sono risparmiati».
Che tempi ci sono? La conferenza dei servizi non è stata convocata, ci sono ricorsi al Tar...
«Scindiamo gli aspetti. E il Tar non dipende da noi, se fermeranno tutto, ci si fermerà, finito. Per quanto riguarda noi, tutti gli enti dell’Osservatorio hanno deciso un cronoprogramma che mette insieme le verifica di ottemperanza alle prescrizioni, lo sviluppo della progettazione e infine la Conferenza dei servizi. Il primo anno è abbastanza dettagliato. Noi abbiamo deciso che ogni risposta alle ottemperanze delle prescrizioni arriverà entro un mese da ogni singola proposta che arriva sul progetto. Rispettando la legge. E prima che ci siano i decreti del ministero, i nostri pareri finiranno subito sul web: ora rifaremo il sito».
Limiti e opportunità Non decidiamo noi chi sta dentro al nostro ente Le tante prescrizioni? Le faremo rispettare, riqualificano tutta l’area della Piana