«Io liberata dal rito voodoo: così ho potuto lasciare la vita di strada»
L’editto di Oba Ewaure II che ha spezzato le catene anche di Joy, da anni prostituta sulle strade di Firenze
«Mi hanno tagliato pezzi di unghie, capelli, peli. Li hanno messi insieme alle mie foto e a quelle dei miei familiari. Mi hanno detto che se non avessi ripagato un debito da 35mila euro, avrei rischiato la maledizione». Così Joy, diciottenne nigeriana arrivata a Firenze con l’inganno, è stata ricattata dai suoi protettori attraverso i tradizionali riti voodoo nigeriani. Senza alternative, ha imboccato la via della prostituzione. Tutte le notti sotto i lampioni di Novoli, accecata dai fari delle auto che le si accostavano. Si offriva ai clienti, prezzi al ribasso. Prestazioni a partire da 20 euro, dentro la macchina, dietro le siepi. Umiliazioni quotidiane.
«Dovevo ripagare il mio debito, altrimenti sarebbero stati guai». Un potere micidiale, quello che i riti voodoo esercitano nei confronti di queste ragazze ingenue e indifese. Costituiscono una delle forme di magia più pericolose, una delle forme peggiori di
Dovevo ripagare il mio debito altrimenti sarebbero stati guai, poi sul cellulare ho ricevuto la notizia dell’abolizione dei riti voodoo Da quel momento la mia vita è cambiata
maleficio. «È stato un amico di mia madre a convincermi a raggiungere l’Italia col barcone». Funziona sempre così, sono gli «amici» di famiglia che attraggono le ragazze più povere — economicamente e culturalmente — nella spirale della criminalità organizzata. «Mi aveva promesso un lavoro». Così Joy si mette in viaggio. Prima il deserto del Sahara, poi la Libia, l’arresto prolungato e la durissima detenzione. Infine il barcone, il mare, l’approdo, la speranza. Si ritrova a Firenze, due anni fa, in casa con altre ragazze e la moglie dell’uomo. È lei la sua madame, una delle registe della rete criminale, quella che la costringe sulla strada fino a quando non avrà ripagato il debito. Joy vorrebbe scappare, potrebbe farlo, approfittare di un cliente e allontanarsi. E invece resta sulla strada. «Dovevo pagare il mio debito». Così le imponeva quella magia nera.
Poi all’improvviso, poche settimane fa, una svolta storica destinata a cambiare il suo destino e quello di centinaia di altre ragazze nigeriane. A Benin city, in Nigeria, l’Oba Ewuare II, la massima autorità religiosa del popolo Edo, ha convocato i sacerdoti della religione tradizionale juju e ha formulato un editto in cui ha revocato tutti i riti voodoo che vincolano le ragazze trafficate, obbligando i sacerdoti a non praticarne più. La cerimonia sacra, tra animali sacrificati e riti tradizionale, è stata immortalata con foto e video. Quelle foto hanno cominciato a rimbalzare sui media della Nigeria e di tutto il mondo. E poi sui telefonini delle baby prostitute nigeriane. «Sul mio cellulare ho ricevuto un articolo di giornale che parlava dell’abolizione dei riti voodoo. È stata un’amica ad inviarmelo. Da quel momento la mia vita è cambiata». L’amica in questione è una delle operatrici della Papa Giovanni XXIII, una delle associazioni che, insieme alla cooperativa Cat, si occupa di prostituzione su strada a Firenze.
Dopo quel messaggio sul telefonino, Joy ha rimesso tutto in discussione. «Così ho detto addio alla strada». È successo pochi giorni fa. Ha lasciato i viali, ha lasciato la casa in cui viveva con la madame ed è stata trasferita in una casa famiglia della Papa Giovanni XXIII lontano da Firenze, dove vive con una coppia italiana e i sui figli. «Sono loro la mia nuova famiglia». La sua nuova vita è già cominciata. «Vado a scuola, otto ore al giorno, studio italiano, storia, matematica. Vorrei diventare una hostess sui treni». Ora che quell’editto arrivato via cellulare ha spazzato via quella magia nera che l’ha obbligata per anni sulla strada.