La beffa di Forza Italia In Toscana ora può vincere, però da gregario
Il successo del centrodestra toscano alle Politiche, la leadership della Lega e le Comunali
Fai politica da anni, sei di centrodestra e vivi in Toscana, quindi finora sei sempre stato in minoranza. Poi però iniziano a cadere roccaforti grandi e piccole del centrosinistra, e la regione rossa diventa sempre meno rossa. Oggi, dopo 70 anni, il risultato delle elezioni nel tuo Comune non è più scontato. Oggi, per la prima volta, puoi vincere. Ma tu, nonostante i lustri di combattiva e spesso solitaria opposizione, non farai il sindaco: toccherà a uno della Lega, il partito più forte della coalizione in Italia, in Toscana e anche nella tua città.
È la fotografia del momento che stanno vivendo non pochi militanti e dirigenti di Forza Italia a meno di due mesi dal voto in 21 Comuni toscani, tra cui Pisa, Siena e Massa. Perché le Politiche del 4 marzo hanno sancito due cose: che la Toscana è contendibile, tant’è che il centrodestra ha eletto lo stesso numero di parlamentari del centrosinistra e ha addirittura vinto 11 a 10 la partita dei collegi uninominali; e che la forza traino della coalizione è anche qui la Lega, che ha preso il 17,4% dei voti contro il 9,9% di Forza Italia e il 4,1% di Fratelli d’Italia. Lo scarto è ancora più impressionante se si fa il confronto con le elezioni 2013, con l’allora Pdl al 17,5%, FdI all’1,8 e la Lega allo 0,6%. Nella famiglia del centrodestra c’è stato insomma uno scambio di ruoli: in cinque anni il fratello maggiore è diventato il minore e viceversa. E per rendersene conto basta guardare la legenda della mappa, elaborata sulla base dei dati dell’ufficio elettorale della Regione, che pubblichiamo a pagina 3: i Comuni dove Forza Italia ha superato il 13% sono macchie di blu scure, seppur territorialmente estese come un bel pezzo della provincia di Arezzo, una porzione di Lucchesia e la Versilia, la Lunigiana, ma nel resto della Toscana il blu va schiarendosi (e la Lega ha fatto il boom). «Che il partito di Salvini sia la prima forza del centrodestra è un dato già dalle Regionali del 2015, ma vorrei ricordare che nelle tornate elettorali successive abbiamo vinto dove c’erano candidati di Forza Italia. Perché contano i voti ma anche la qualità, la credibilità e l’esperienza sul territorio. Io alzo il telefono e trovo nostri rappresentanti radicati ovunque: quanti altri possono farlo?», dice Stefano Mugnai, coordinatore regionale degli azzurri e neodeputato, che invita a non fare paragoni con il Pdl e la Fi ante fagocitati? «Assolutamente no. Anche perché il centrodestra vince solo se parla a tanti segmenti di elettorato diversi — dice Mugnai — E poi Conti è un ottimo candidato, così come lo è Luigi De Mossi a Siena», l’avvocato che si è lanciato nella corsa come candidato civico raccogliendo quasi subito il via libera di Fi e ha invece dovuto faticare per convincere i leghisti, in particolare quelli senesi. Alla fine anche il Carroccio ha detto sì, ma solo dopo che De Mossi ha sottoscritto un decalogo di impegni che comprende «l’uscita di Siena dall’Anci e l’assegnazione delle case popolari prima agli italiani».
«È ovvio che per tenere insieme coalizione bisogna fare sacrifici — spiega Mugnai — D’altronde l’alternativa è perdere. I vertici regionali del centrodestra ce l’hanno chiaro, alcuni dirigenti locali dei nostri alleati un po’ meno...». Non fa nomi, il coordinatore di Fi, ma pensa in particolare alla sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, che invoca «volti nuovi e a marchio Lega» per il centrodestra ed è pronta a scendere in campo per le Regionali del 2020. «Sarebbe stupido parlare ora di candidati per il 2020 e chi lo fa non ha la mia stima politica — attacca Mugnai — Piuttosto bisogna lavorare pancia a terra per le Amministrative di giugno e quelle del prossimo anno, quando si voterà anche a Firenze. Abbiamo una responsabilità storica: possiamo trasformare la Toscana in una regione del centrodestra. Non sprechiamo energie».