Un’altra sfida: non perdere la leggerezza
La striscia record ha alzato le aspettative, per i viola è la prova maturità
La partita con la Spal sembra un’occasione troppa grande per lasciarsela sfuggire. Ma è meno semplice di quanto possa apparire per l’attesa crescente, le aspettative che salgono, il peso di una striscia di risultati che nella storia della Fiorentina manca da oltre mezzo secolo.
La spensieratezza con cui i ragazzi di Pioli hanno affrontato il cammino senza il loro capitano, cercando un’uscita dal labirinto dell’angoscia, merita un applauso convinto. Da oggi, nel mezzogiorno e mezzo di fuoco contro la Spal, c’è un nemico nuovo, infido, sottile, pericoloso: il rischio di prendere coscienza dell’impresa e di farsi condizionare dalla voglia di centrare la settima vittoria di fila. Di perdere, in qualche modo, la leggerezza con cui la Fiorentina ha affrontato questi 40 giorni terribili dopo la morte di Astori, il punto di riferimento.È una sfida in più.
Dal campo arrivano rassicurazioni. La squadra lavora senza farsi condizionare da tutto ciò che la straordinaria vittoria di Roma ha portato in questa settimana in cui la Viola è tornata al centro dell’attenzione per qualcosa di bello. Non era mai accaduto, in questa stagione. E siamo custito riosi di vedere l’effetto che farà. Pioli avrà lavorato anche sotto questo aspetto, proteggendo il gruppo dai facili entusiasmi. La Fiorentina ha dimostrato nel dolore di avere qualità umane preziose, da conservare e da difendere. Ha nuove energie e nuova forza. Ora bisognerà vedere se riuscirà a superare l’ultimo step che l’attende: la consapevolezza di andare oltre i propri limiti.
Pioli stempera, non si volta indietro e non guarda avanti «perché vivo nel presente e voglio restare attaccato a questo momento. Nella speranza di starci dentro il più possibile». Di prolungare la magìa che è tecnica e psicologica, un miscuglio di sensazioni, emozioni, gol.
«La pressione è la responsabilità verso noi stessi», dice il saggio allenatore che ha ge- gambe e testa come meglio non avrebbe potuto.
L’ultimo tratto del viaggio, sette giornate, è una partita sottile, che la Fiorentina gioca prima di tutto con se stessa anche se la Spal, che viene da sei risultati utili di fila e dieci punti, è tosta e non va sottovalutata. Oggi contro un vecchio amico come Semplici, a cui vanno fatti i complimenti, ci sarà da soffrire.
Torna Chiesa e sarà un bel vantaggio, mentre per Badelj ci sarà ancora da aspettare. Ma la Fiorentina, in questo momento, sembra prescindere dal singolo. Serviranno le solite armi che hanno permesso di vincere sei partite una dietro l’altra: qualità delle giocate, freddezza, cinismo, soprattutto la voglia di ciascuno di sacrificarsi per il compagno vicino.
Così la Viola è diventata una squadra. E solo così può sperare di continuare a esserlo: per se stessa e per onorare Davide sino in fondo.