Sirio tra i pali contestati L’offerta degli architetti
Automobilisti e scooteristi incuriositi al suo passaggio, alcuni si sono anche fermati: ieri un tram della linea 3 ha fatto il suo debutto alla Stazione, tra i pali contestati per lo sfregio all’estetica urbana. Si è trattato di un viaggio test sull’intero percorso, da Careggi a Santa Maria Novella.
Sul caso dei pali lettera dall’Ordine degli architetti al nostro giornale: «Firenze si è dimenticata del ruolo del design, noi siamo pronti a dare una mano».
Gentile direttore, mentre Milano celebra se stessa come capitale del design in questi giorni del Salone del Mobile, Firenze pare essersi dimenticata di questa disciplina indispensabile al miglioramento della qualità della vita. Eppure una delle massime esperienze pionieristiche di questa materia è apparsa proprio qui, in quell’avanguardistico contenitore della Stazione di Santa Maria Novella, dove Nello Baroni componeva orologi, fontane e segnaletica perfettamente integrati con l’architettura e lo spirito del suo tempo. Era chiaro il nesso fra decoro e vivibilità dello spazio pubblico, e uno dei mezzi per ottenerlo appartiene oggi, come allora, alla capacità di far coincidere queste due qualità in un progetto organico. Purtroppo questo progetto di design è mancato nell’allestimento delle strutture di servizio alla tramvia in piazza Stazione, il più pubblico degli spazi pubblici di Firenze. Sebbene si possa discutere sulle responsabilità degli enti autorizzativi, o dell’aggiornamento del progetto a sistemi più evoluti di alimentazione dei convogli, ciò che pare evidente è la mancanza di un progetto organico d’insieme di tutti i componenti che affollano la piazza, che invece di essere sistematizzati sono stati oltremodo frammentati e sovrapposti. Oltre alle «croci» della tramvia, infatti, c’è tutto un rumore di fondo composto da nuova segnaletica che si somma alla precedente, pali della luce che si aggiungono agli esistenti ma diversi per dimensione ed estetica, nuovi volumi tecnici che giocano a dama con edicole, banchi ambulanti e distributori automatici. Insomma, la percezione di ostilità di uno spazio pubblico non dipende solo dal colore dei suoi componenti ma semmai dalla loro incapacità di essere un valore aggiunto. Riteniamo che sia ancora possibile rimediare al risultato odierno di piazza Stazione con un buon progetto di arredo urbano di qualità in una visione d’insieme che porti a ridurre i componenti d’arredo integrandoli, e che valorizzi il paesaggio urbano qualificandolo. Da parte nostra, offriamo tutta la disponibilità a partecipare a tavoli tecnici per affrontare la situazione, confrontarsi e dare il nostro contributo. Ci auguriamo che venga colto questo nostro invito affinché possa essere anche l’occasione per fare una profonda riflessione su altri ambiti della città non solo legati ai lavori della tramvia, verso una logica d’intervento di arredo urbano di qualità lontano dalle opinabili nuove istallazioni.
L’offerta
Rimediare è possibile, con un buon progetto che riduca gli elementi e valorizzi il paesaggio È l’occasione per pensare a arredi urbani di qualità