La faccina che ride sul lungomare (e mangi pure il pollo)
Oggi ci si lamenta delle fake news, ma chi ricorda certe psicosi anni ’80, come quelle delle fantomatiche «figurine alla droga?» Nella mia scuola elementare venne addirittura una mamma a distribuire un volantino fotocopiato, in cui si indicavano gli smile – le faccette gialle e sorridenti in voga all’epoca – come inequivocabile segnale del pericolo, forse per un frainteso collegamento col loro essere anche simbolo della «acid house». Trent’anni dopo, trasfigurata in smiley, quella faccia è ovunque, ma il termine senza la y è scomparso dall’uso comune, tant’è che vederlo come nome di un bar scatena la nostalgia; ciò che scatena il sorriso, al bar Smile, oltre al caffè che qua è un’istituzione – non c’è del resto modo migliore, per scovare i posti giusti nelle località di mare, che andare a vedere quali hanno una clientela fuori stagione –, è il fatto che sfoderano, se ti mostri affamato, niente meno che i polli arrosto.