Schmidt annuncia: dopo il caso affitti a Boboli si cambia
Il direttore degli Uffizi: «Non ci abiterà più nessuno, ci servono anche come aule»
Negli appartamenti di proprietà delle Gallerie degli Uffizi — concessi in passato a prezzi low cost ai dirigenti della soprintendenza e ai loro familiari — «non ci abiterà più nessuno».
Lo assicura il direttore Eike Schmidt che per quelle case monumentali con affacci su Boboli ha un progetto totalmente diverso che dovrebbe realizzarsi nell’arco del 2018: «Le trasformeremo in uffici, aule didattiche, depositi e laboratori». Ma perché questo sia possibile Schmidt attende che gli ultimi inquilini — dei 35 appartamenti in carico agli Uffizi ne sono stati liberati la metà — facciano le valigie e lascino quelle residenze dorate così da dare il via ai lavori di restauro e al cambio di destinazione d’uso. «Dei trentacinque alloggi, cinque li lasceremo a disposizione dei dirigenti del ministero dei Beni culturali in trasferta e dei carabinieri del nucleo Tutela patrimonio artistico — spiega il direttore delle Gallerie —, altre tre le destineremo al Corridoio Vasariano per realizzare una via d’uscita, tutto il resto, infine, verrà dato ai dipartimenti Scuola e Giovani e Accessibilità e Mediazione Culturale. La didattica del nostro museo è in grande crescita: quando sono arrivato c’erano solo tre addetti oggi ce ne sono quindici, e quegli spazi sono fondamentali per sistemare tutti». Schmidt — che non commenta la sentenza della Corte dei Conti che ieri l’altro ha assolto per mancanza di colpa grave l’ex soprintendente Alessandra Marino accusata di aver provocato un danno erariale per non aver adeguato i canoni — ci tiene a precisare che in futuro «non sarebbe stato concepibile affittare i nostri appartamenti a terzi: oltretutto c’è una circolare del ministero, del marzo scorso, che dà precise indicazioni in merito e ce lo impedisce».
Per quanto riguarda il progetto, il direttore delle Gallerie anticipa che «sarà molto bello perché avremo la possibilità di avere gli uffici al piano superiore e le aule al piano terreno. In questo modo garantiremo l’accessibilità a tutti. Per realizzare ciò che abbiamo ideato non ci sarà neanche bisogno di fare grandi lavori, anzi trasformare quegli appartamenti in uffici sarà molto semplice. Sarà un po’ più complesso trasformarli in laboratori ma le difficoltà non ci fanno paura. Bisogna anche dire che lo stato delle case liberate varia molto: alcune non hanno problemi, altre invece hanno bisogno di un restauro profondo perché non sono mai state accatastate come abitazioni ma come stalle o depositi».
La sentenza
Sugli affitti low cost la Corte dei Conti ha assolto Marino, ex soprintendente