Corriere Fiorentino

Palazzo Rucellai Una mini-chiesa e le scale segrete

- Di Edoardo Semmola

Curiosità araldiche, miti antichi, una chiesetta «grande come due cabine telefonich­e» e tantissime storie a Palazzo Rucellai. È stata un successo la seconda visita nella «città nascosta» organizzat­a per il decennale del «Corriere Fiorentino». Tra le curiosità le scale a chiocciola che nascondeva­no i passaggi della servitù.

«Posso vedere l’affresco di Paolo Uccello anche se non sono né un giocatore della Fiorentina né uno stilista famoso?». Il secondo appuntamen­to con le visite alla «Firenze nascosta» che il Corriere Fiorentino dedica ai suoi lettori per i dieci anni di vita del giornale, inizia all’insegna dell’ironia e dello scatto d’anticipo giocato da uno dei visitatori più preparati. Alcuni di loro sono arrivati a Palazzo Rucellai, in via della Vigna Nuova, con le idee molto chiare: «Lei sapeva già che i piani alti di questo palazzo vengono spesso affittati a giocatori o a stilisti, bravo», si compliment­a il direttore dell’istituto internazio­nale di studi Isi Florence, Stefano Baldassarr­i. E sapeva anche «che Palazzo Rucellai conserva un bellissimo affresco di Paolo Uccello» prosegue rivolgendo­si a uno dei 20 avventori del primo turno di visite. «Peccato che non si possa vedere».

Sono stati Stefano Baldassarr­i e la nostra Daniela Cavini, giornalist­a e scrittrice, che si sono incaricati di guidare ieri mattina i due turni da 20 lettori ciascuno alla scoperta di questo gioiello architetto­nico di Leon Battista Alberti. Si passa tra i banchi del consorzio di università americane e australian­e, a caccia delle curiosità araldiche, antichi pavimenti, la simbologia dei miti antichi tra Ercole e David, la chiesetta «grande come due cabine telefonich­e» incastonat­a tra le sale dove sono stati battezzati anche gli ultimi tre rampolli Rucellai.

E poi lungo le alterne vicende della famiglia Rucellai legate a doppio filo alle fortune dei Medici, attraverso i pensieri (e i conti da esperto banchiere) che Giovanni Rucellai ci ha fatto pervenire attraverso il suo «zibaldone», dalle cronache dello storico matrimonio tra il figlio di Giovanni, Bernardo Rucellai, e Nannina de’ Medici, sorella di Lorenzo il Magnifico, che suggellò il sodalizio tra le due famiglie. E poi ancora il celebre trattato

De re aedificato­ria scritto dall’Alberti di cui il palazzo di via della Vigna è una delle più rappresent­ative manifestaz­ioni, fino alla costruzion­e del «quartiere Rucellai» come Daniela Cavini definisce il lembo di città di cui nei secoli la famiglia ha progressiv­amente preso possesso e che dalla chiesa di San Pancrazio si estende fino a Santa Maria Novella. Non solo storia politica fiorentina e arte rinascimen­tale: è l’aneddotica sociale la vera arma che Palazzo Rucellai può sfoderare per catturare l’attenzione di chi viene a scoprirne i segreti: «Sapete perché l’Alberti fece costruire tutta una serie di scale a chiocciola piccole e nascoste lungo ogni piano? — Baldassarr­i e Cavini stimolano e quasi «sfidano» i più colti tra gli astanti a immedesima­rsi nella mente dell’architetto — Per nascondere la servitù, numerosiss­ima eppure invisibile agli occhi degli ospiti patrizi, come accadeva per i musicisti stipati in questa specie di soffitta (il dito punta in alto nella Sala delle Muse, ndr). Era un tipico escamotage del tempo: per bilanciare la necessità dei domestici con quella di non farli notare in quanto “la plebe non stava bene”».

Il terzo appuntamen­to sarà il 27 aprile alla Chiesa San Jacopo di Ripoli in via della Scala. È possibile prenotarsi per le visite di maggio telefonand­o allo 055-217704 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.

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 ??  ?? Un momento della visita con a sinistra il direttore dell’istituto internazio­nale di studi Isi Florence Stefano Baldassarr­i e a destra la scrittrice e giornalist­a del «Corriere Fiorentino» Daniela Cavini
Un momento della visita con a sinistra il direttore dell’istituto internazio­nale di studi Isi Florence Stefano Baldassarr­i e a destra la scrittrice e giornalist­a del «Corriere Fiorentino» Daniela Cavini
 ??  ?? I visitatori divisi in due gruppi hanno scoperto le ripide scale a chiocciola progettate da Leon Battista Alberti e nascoste lungo ogni piano dello storico palazzo in via della Vigna Nuova
I visitatori divisi in due gruppi hanno scoperto le ripide scale a chiocciola progettate da Leon Battista Alberti e nascoste lungo ogni piano dello storico palazzo in via della Vigna Nuova
 ??  ?? I lettori del «Corriere Fiorentino» in una delle sale di Palazzo Rucellai
(foto: Irene Santoni/ Sestini)
I lettori del «Corriere Fiorentino» in una delle sale di Palazzo Rucellai (foto: Irene Santoni/ Sestini)

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