I Renzi, le fatture Ecco lo studio da 180 mila euro
Nelle carte dell’inchiesta per false fatturazioni che coinvolge i genitori dell’ex premier
Due pagine e mezzo scritte al computer dal titolo «Taste Mall», senza intestazione, senza firma, in un italiano un po’ approssimativo e dai contenuti piuttosto elementari: questo è lo studio di fattibilità liquidato 170 mila e 800 euro all’Eventi 6, società di Laura Bovoli, madre dell’ex premier Matteo Renzi.
A pagare è la Tramor di Luigi Dagostino, l’immobiliarista pugliese, ex socio di Tiziano Renzi, con interessi nel mondo degli outlet. Le due pagine e mezzo sono agli atti dell’inchiesta che vede i coniugi Renzi e Dagostino indagati per false fatturazioni. Al centro delle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco e dalla pm Christine Von Borries, ci sono due ricevute del 2015, per un totale di quasi 200 mila euro (170 mila emessa dalla Eventi, l’altra da 24 mila dalla Party, società sempre della famiglia Renzi). Secondo la Procura si tratta di operazioni inesistenti.
La fattura da 170 mila euro è servita a pagare «uno studio di fattibilità di una struttura ricettiva e food con i relativi incoming asiatici e la logistica da e per i vari trasporti pubblici (ferrovie-aeroporti, ecc)». Ma basta leggere il testo per rendersi conto che definirlo studio è decisamente pretenzioso. «Come noto — si legge nel documento — attualmente il The Mall non dispone di un’offerta di caffetteria-ristorazione adeguata alla clientela e al livello qualitativo dei suoi Brand. Questo progetto si pone pertanto l’obiettivo di dare una risposta alle esigenze degli oltre tre milioni di visitatori di trovare una satisfaction adeguata sia in termini di qualità che di immagine». Ecco allora che «bisogna dotare l’outlet di Reggello di un centro ristorazione con la selezione delle migliori marche del Made in Italy» e che serve un sistema «che stimoli il visitatore a cercare un’esperienza di qualità in un ambiente che rispetti il trend psicologico del The Mall». Il progetto deve esaltare «le caratteristiche di rusticità ma al tempo stesso di eleganza», lo spazio deve essere in parte all’interno in parte all’esterno e deve «essere adeguato alle diverse esigenze stagionali, ovvero perfettamente scaldato durante l’inverno e aperto durante l’estate». Lo spazio verde deve ospitare tavolini «protetti da ombrelloni che conferiscono visibilità ed eleganza a una struttura semplice e accogliente». Lo studio suggerisce anche come fare arrivare i clienti all’outlet: «L’incoming può avvenire con tre diverse modalità: autobus, auto private e pedonale (avendo già parcheggiato altrove il proprio automezzo)».
«È noto — si legge ancora nel documento — che molti studi hanno messo in evidenza come il consumatore per sviluppare al meglio le proprie esigenze di acquisto debba trovare nell’ambiente quei servizi che psicologicamente gli consentono di muoversi in piena tranquillità ma anche nelle migliori condizioni possibili di predisposizione e stimolo all’acquisto. Ecco perché l’offerta proposta non può essere solo di un normale ristoro ma deve rappresentare una selezioni delle migliori eccellenze del gusto made in Italy ancor più appropriato in questo momento in cui Expo sarà simbolo di questo settore del nostro Paese nel mondo».