San Miniato riapre le porte (restaurate)
Chiodi nuovi e un anno di lavoro, in collaborazione con i Rotary Club
In silenzio, col vento che muove la tonaca bianca di padre Bernardo e dei frati di San Miniato al Monte, la porta Santa della basilica è stata riaperta. A tagliare il nastro, ieri alle 19, la mano della vicesindaco di Firenze Cristina Giachi; un applauso, poi la porta centrale è stata spalancata, con i chiodi nuovi, la verniciatura impeccabile. «La porta del cielo» — che da mille anni si apre sulla città di Firenze e la sovrasta con quel mosaico dorato sulla facciata altissima e maestosa, sembra il faro cui tendere, da seguire, la direzione da prendere — si è aperta di nuovo. È tornata a splendere come le altre della basilica, dopo un lavoro certosino di restauro durato un anno, e inaugurata con un evento grazie ai club Rotary che hanno voluto contribuire così alle celebrazioni del Millenario di San Miniato al Monte. A collaborare con la Soprintendenza per la cura del restauro è stato l’architetto Neri Andreoli del Rotary Club Firenze Valdisieve che ha compiuto un’opera di ricerca storica, tecnica e strutturale e ad eseguire il lavoro è stata la ditta Monti Enrico. «Un intervento svolto con dedizione: basta ricordare che alcune delle chiodature ormai smarrite sono state forgiate di nuovo a mano» racconta Riccardo Berti, presidente del club Valdisieve che ha condiviso il progetto con altri club. «Ringraziamo i Rotary Club per il loro intervento — spiega padre Bernardo, Abate dell’Abbazia di San Miniato — le porte adesso hanno una veste rinnovata, e in particolare per l’attenzione alla Porta Santa che ha sulla soglia incisa la scritta “Haec est porta coeli”, un sigillo scritturale che fa di quel marmo una delle pietre angolari di San Miniato al Monte».