Corriere Fiorentino

Senza governo né idee: cos’è cambiato in 50 giorni

- David Allegranti

Sono passati 49 giorni dalle elezioni politiche e in 49 lunghi giorni, molti meno dei 171 serviti in Germania per formare il quarto governo Merkel, beninteso, non si è parlato di niente. Niente programmi, niente confronti sulle idee, soltanto divieti e veti armati. Qualcuno saprebbe indicare una discussion­e di merito fra leader e partititi avvenuta negli ultimi 49 giorni? Sappiamo soltanto che Salvini e Di Maio hanno trovato «sinergie istituzion­ali», che a Berlusconi fanno schifo i Cinque Stelle («A Mediaset li prenderei a pulire i cessi»), che Di Maio usa le sentenze di primo grado, come quella sulla presunta trattativa Stato-Mafia, per fare scouting politico fra gli avversari e separare la Lega da Forza Italia. E sappiamo anche un’altra cosa: i presunti vincitori delle elezioni, soprattutt­o il M5S, non capiscono le dinamiche di un sistema proporzion­ale. Il partito di Di Maio nelle sue varie offerte indistinte a Lega e Pd, come se stesse mettendo in affitto una casa e non preparando un «contratto» di governo, pensa di essere Catherine Deneuve, pensa di aver preso il 51% e pretende di imporre presidenti del Consiglio e squadra dell’esecutivo. Il che è surreale, così come è surreale che chi ha fondato un partito sul «vaffanculo» scopra oggi, ma solo per convenienz­a, sensibilit­à istituzion­ali, responsabi­lità atlantiche, dialoghi necessari, bon ton democratic­o, la mano davanti alla bocca quando si starnutisc­e. Surreale che chi usa «giornalai» come insulto si adonti per la frase di Berlusconi sui pulitori di cessi.

Con queste premesse si apre un’altra settimana di trattative, forse non definitive. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo aver dato l’incarico di esplorator­e alla presidente del Senato Elisabetta Casellati per verificare una possibile intesa fra centrodest­ra e M5S (tentativo fallito) potrebbe fare il bis dando un nuovo incarico a Roberto Fico, presidente della Camera, per verificare se sia possibile un accordo fra il Pd e M5S. Il tentativo sarebbe legittimo, anche perché l’ipotesi che adesso Cinque Stelle e Lega trovino la forza per stare insieme ha come effetto principale la rottura del patto di coalizione fra Berlusconi e Salvini. Domanda: Salvini può permetters­i di sfasciare il centrodest­ra sul serio, quando ha ancora tutto da guadagnarc­i? Può egemonizza­rlo, diventarne il capo a tutti gli effetti. Ma se il segretario leghista rompesse definitiva­mente —c’è chi pensa che questo sia in realtà il sogno segreto del Cav., che così si libererebb­e dal giogo sovranista per ristabilir­e un rapporto con il Pd — tornerebbe a essere solo il capo di un partito che vale quasi il 18%.

Comunque, l’incarico a Fico apre scenari nuovi nei quali il Pd torna in gioco. Nel partito un tempo guidato da Matteo Renzi da giorni si discute che cosa fare. Alcuni sostengono, persino tra i renziani della prima ora (come Alfredo Bazoli), che il Pd possa ragionare su un’alleanza di governo con M5S, previo accordo fondato su alcuni punti. Altri invece accettereb­bero soltanto un eventuale governo del presidente. E non è escluso che alla fine ci si possa arrivare. «Va bene volare alto, il modello tedesco, eccetera. Ma in Germania la Spd si è fatta convincere a governare con il partito di Adenauer, Kohl e Merkel, mentre da noi il Pd dovrebbe sostenere l’Opa sul governo di un’azienda privata. Non mi sembra esattament­e la stessa cosa», dice Giuliano da Empoli, secondo cui l’unica possibilit­à per governare con il M5S è un esecutivo del presidente. Stefano Ceccanti, deputato Pd, lo chiama «governo atlantico» con «Pd, M5S e Fi»: «Non sarebbe un governo politico. Mattarella d’altronde potrebbe dire: io ho fatto di tutto, adesso mi rivolgo alle persone responsabi­li. Come potrebbe il M5S dire di no? Ci sarebbero le convergenz­e parallele di tutti gli atlantici… All’opposizion­e resterebbe­ro solo i leghisti, che sono pro-Putin». Naturalmen­te, prima dovrebbe affondare la trattativa Salvini-Di Maio e ci dovrebbe essere l’incarico a Fico, poi il Pd «dovrebbe trovare il modo di dire un no argomentat­o a Fico senza rompere i rapporti e quindi senza precludere il governo del presidente». Non è chiaro tuttavia come dei partiti che finora non hanno riconosciu­to alcun tipo di dignità all’avversario possano stare insieme in un governo «di tutti». Potrebbero bastare gli appelli del Quirinale al «senso di responsabi­lità»?

In queste settimane di trattative non ci sono state discussion­i di merito Sappiamo solo che Salvini e Di Maio hanno trovato «sinergie» e che a Berlusconi fanno schifo i 5 Stelle

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 ?? Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva ?? Twitter @davidalleg­ranti
Cronaca, cronaca politica. Dai palazzi romani, ma anche dalle piazze (e da qualche retrobotte­ga) di tutta Italia. Per capire che cosa ci è successo nell’ultima settimana. E cosa c’è da aspettarsi da quella successiva Twitter @davidalleg­ranti
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Luigi Di Maio
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