L’azienda taglia fuori la scuola dei bulli
L’azienda cancella la collaborazione dopo il caso del prof. I compagni: non siamo così
Non ci stanno gli studenti dell’Itc «Carrara» a vedere la loro scuola associata a quei bulli. Anzi. Si dissociano da quei comportamenti perché «la nostra è una scuola di grande tradizione e prestigio ed è nostro dovere fare di tutto per promuovere questo messaggio». Parola di Elena Di Nardo, studentessa e membro del consiglio d’istituto; giudica quei video «vergognosi» e aggiunge che «stiamo valutando una possibile manifestazione per prendere le distanze».
Non ci sta nemmeno il preside, Cesare Lazzeri, che ribadisce la volontà di difendere a tutti i costi il buon nome della sua scuola. Anche perché «in questi giorni — dice — ci è piovuto addosso di tutto: un’azienda del territorio con cui collaboravamo per l’alternanza scuola–lavoro ci ha fatto sapere di non volere più i nostri ragazzi. E stiamo parlando di alunni che non c’entrano con i fatti contestati. Ecco, è per noi un obbligo batterci in primis per chi studia e si impegna tutto l’anno, per far capire che il gesto di pochissimi non rispecchia i valori dei nostri studenti. Costituirci parte civile per il danno d’immagine? Vedremo».
Intanto, ieri, Lazzeri ha presieduto il consiglio di istituto che ha, in parte, modificato le sanzioni che erano state proposte venerdì dal consiglio di classe (5 bocciature e una sospensione di 15 giorni per un sesto alunno, quest’ultima confermata): tre studenti saranno bocciati d’ufficio e altri due sospesi fino al 19 maggio, ma con possibilità di essere ammessi agli scrutini. La decisione è arrivata dopo una riunione durata circa 4 ore e mezzo ed ha in parte, dunque, alleggerito la posizione di due dei 6 studenti che si sarebbero mostrati pentiti, concedendo loro la possibilità — perlomeno teorica — di salvare l’anno. «Ma dovranno sudare parecchio — ha sottolineato il preside — sempre che i genitori decidano di rimandarli a scuola dal 20 maggio in poi».
Nel frattempo, sul fronte delle indagini coordinate dalla Procura dei minori di Firenze emergono nuovi dettagli sulle perquisizioni effettuate a casa dei 6 ragazzi indagati: oltre ai cellulari sono stati sequestrati anche gli indumenti indossati il giorno delle riprese e il casco integrale da moto che si vede in un video, utilizzato da uno studente per colpire il professore in segno di scherno. Nei prossimi giorni inizieranno gli interrogatori.
Gli studenti «Stiamo pensando a una manifestazione per dissociarci dai fatti di quei video»