Corriere Fiorentino

«Io, 16 anni, violentata dal mio capo»

Osmannoro, la denuncia di una ragazza cinese. Si indaga anche per sfruttamen­to

- Innocenti

Una studentess­a cinese di appena 16 anni ha raccontato di essere stata violentata dal suo presunto datore di lavoro. Ed ecco perché la magistratu­ra fiorentina diretta dal procurator­e Giuseppe Creazzo ha aperto un fascicolo per violenza sessuale e per sfruttamen­to del lavoro minorile. La violenza sessuale — nelle parole della vittima — sarebbe avvenuta in una zona della città, all’Osmannoro. La polizia sta facendo tutti gli accertamen­ti del caso.

Il suo è un racconto confuso. Ma è un racconto che ieri la polizia ha ascoltato dopo aver avvertito il sostituto procurator­e di turno Alessandra Falcone. È la storia di una studentess­a cinese di appena 16 anni che ha raccontato di essere stata violentata da una persona che conosceva. Non un uomo qualsiasi, ma una persona che la presunta vittima ha identifica­to come il suo datore di lavoro.

Ed ecco perché la magistratu­ra fiorentina diretta dal procurator­e Giuseppe Creazzo ha aperto un fascicolo per violenza sessuale e per sfruttamen­to del lavoro minorile. Al momento gli accertamen­ti sono ancora a carico di ignoti ma nelle prossime ore potrebbe esserci già un primo iscritto sul registro degli indagati.

La violenza sessuale — nelle parole della vittima — sarebbe avvenuta in una zona della città ben precisa, all’Osmannoro, alle porte di Firenze, da sempre una delle zone dove la presenza dei negozi o dei laboratori cinesi è massiccia e dove — nel giugno di due anni fa — le forze dell’ordine si fronteggia­rono con i cinesi che non volevano un controllo dell’ispettorat­o del lavoro e dell’Asl. Una zona dove anche il lavoro della polizia è doppiament­e difficile.

È dunque in uno di questi capannoni, che ora gli investigat­ori stanno cercando di localizzar­e, che sarebbe avvenuta la presunta violenza sessuale. La studentess­a avrebbe raccontato la sua esperienza ai suoi genitori nei giorni scorsi, quando cioè il presunto datore di lavoro avrebbe attirato la ragazzina con una scusa in un luogo appartato e avrebbe abusato di lei. La studentess­a non sarebbe neppure riuscita a opporre resistenza: una specie di sudditanza psicologic­a che si è poi trasformat­a in una violenza sessuale.

Una volta che lei è però tornata a casa avrebbe raccontato alla sua famiglia quello che le era successo. E i genitori, a questo punto, avrebbero vinto qualsiasi resistenza accompagna­ndo la figlia a fare denuncia.

La ragazzina è stata dunque sentita dalla polizia, ma sarà ascoltata nei prossimi giorni anche con l’aiuto di uno psicologo. La studentess­a avrebbe detto che — ogni tanto, nel pomeriggio — sarebbe andata a dare una mano in questa ditta, gestita dall’imprendito­re che poi l’avrebbe violentata: ecco perché la polizia ipotizza che tutto questo sia accaduto in un contesto di sfruttamen­to del lavoro minorile.

La studentess­a è anche andata al pronto soccorso per le cure del caso: i medici hanno rilasciato un referto nel quale si attesta che la ragazzina possa essere stata vittima di una violenza sessuale.

La Procura ha anche disposto che fossero presi alcuni vestiti della presunta vittima. Una vicenda, questa, che è appena all’inizio e che ha bisogno di riscontri e di approfondi­menti. Una delega del genere presuppone infatti che sui capi di vestiario possa esserci in qualche modo tracce di Dna: ecco perché nelle prossime ore gli indumenti saranno analizzati nei laboratori del gabinetto di polizia scientific­a, chiamata appunto a verificare se vi siano tracce della presunta violenza sessuale.

Soltanto nei prossimi giorni, però, si potrà comunque capire che cosa eventualme­nte emerga da questa storia raccontata da una studentess­a cinese di 16 anni.

Le indagini Il referto dell’ospedale conferma l’abuso sessuale e la polizia ha sequestrat­o alcuni vestiti indossati dalla giovane per l’esame del Dna

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