Il sindaco indagato per il fallimento del «Creaf» di Prato
Bancarotta Creaf, il sindaco di Prato sotto accusa (con altri 4) come presidente della Provincia
L’onda lunga del dissesto finanziario del «Creaf» — centro di ricerca pubblico fallito, su cui sono stati investiti milioni di euro senza che abbia mai cominciato le sue attività — lambisce Matteo Biffoni. È lui stesso a spiegare di aver ricevuto, venerdì scorso, un invito a comparire dalla procura: è indagato per cooperazione colposa in bancarotta semplice nell’ambito della vicenda che ha condotto al dissesto finanziario del centro. Negli ultimi 12 anni la Provincia di Prato, membro di maggioranza della società con l’81% delle quote (il resto appartiene ad alcuni Comuni del territorio), ha finanziato per almeno 22 milioni di euro l’impresa. Biffoni è indagato proprio nel suo ruolo di presidente della Provincia, al pari dei suoi predecessori e degli amministratori della società fallita a febbraio: gli viene contestato di aver consegnato i documenti per la procedura di fallimento in ritardo rispetto a quanto dovuto.
«Sono presidente da un anno e mezzo, tutti i miei predecessori sono stati coinvolti: alla fine un pochino me l’aspettavo» ha spiegato Biffoni. Al suo arrivo alla guida dell’ente il sindaco pratese «sapeva molto bene» che il file del Creaf, Centro ricerche e alta formazione, sarebbe stato di gran lunga il più insidioso. Anni di polemiche e denunce, nonché un’indagine della Corte dei Conti (conclusa con un annullamento per mancanza di competenza sul caso), avevano fatto da sfondo a tutta la vita della società.
Il progetto Creaf era partito nel 2006, quando la Provincia di Prato aveva acquistato un’ex fabbrica alla prima periferia della città: il piano dichiarato era quello di farne il fiore all’occhiello della ricerca applicata al tessile. Di anno in anno, nonostante investimenti e trattative, l’apertura è stata sempre rimandata: fino allo scorso febbraio, quando la società è stata dichiarata fallita dal tribunale. Nel frattempo è partita l’inchiesta della procura, ora sono 5 le persone iscritte nel registro degli indagati. Oltre a Biffoni , il sostituto procuratore Lorenzo Boscagli ha indagato Lamberto Gestri (ultimo presidente della Provincia di Prato), Daniele Panerati, Luca Rinfreschi e Laura Calciolari, tutti amministratori del Creaf. Gli inquirenti pensano che i gestori sapessero almeno dal 2011 del dissesto, ipotizzando per loro il reato di concorso in bancarotta societaria. La bancarotta ipotizzata viene definita semplice perché i magistrati non addebitano agli indagati di essersi appropriati di fondi pubblici, ma di averli mal gestiti.
«Come mi sento? Sono certo di aver sempre agito nell’interesse della cosa pubblica» ha detto Biffoni.