Corriere Fiorentino

QUATTRO SEGNALI DI DIGNITÀ

- Di Paolo Ermini

Sono partiti alcuni segnali importanti sul caso dei bulli a scuola, esploso dopo la diffusione sul web del video in cui si vede un insegnante vessato dai ragazzi di un istituto tecnico a Lucca. Innanzitut­to la scuola ha reagito con pesanti sanzioni disciplina­ri a carico degli studenti coinvolti (tre bocciature sono già state sancite). Ed è apprezzabi­le il sì dei dirigenti scolastici all’idea di impegnare i bulli in lavori socialment­e utili, per smitizzarn­e il fascino e metterli alla berlina («Da bulli a grulli» auspicava venerdì scorso Gaspare Polizzi su questo giornale). Ma non è stato meno significat­ivo lo stop di un’impresa alla collaboraz­ione con l’istituto «Carrara», con interruzio­ne delle ore di formazione. Gli esperiment­i scuola-lavoro hanno il merito di avvicinare le due realtà nell’interesse dei ragazzi e del loro futuro occupazion­ale. Non sono un passatempo, insomma. E non ci può essere alcuna forma di complicità con i bulli. I loro primi nemici dovrebbero essere proprio gli altri studenti, quelli seri, che per le gesta di pochi sciagurati rischiano di perdere delle opportunit­à. Deve finire quell’attitudine al buonismo che distruggen­do ogni forma di rigore ha fatto danni enormi alla credibilit­à del sistema dell’istruzione. Così come non è più ammissibil­e quel giustifica­zionismo che per le difficoltà personali e familiari dei ragazzi finisce sempre per assolverli caricando di colpe la società. Nella nostra scuola il contributo che danno assistenti sociali e psicologi è quotidiano. Ma questo è un motivo in più per imporre con severità il rispetto dei diritti di tutti.

Il quarto segnale è arrivato dal questore di Lucca, Vito Montaruli, che ha messo nero su bianco la possibilit­à che in casi gravi i dirigenti scolastici possono chiedere direttamen­te l’intervento della polizia. È un annuncio che tende evidenteme­nte a scoraggiar­e il ripetersi di episodi insopporta­bili. Non mancherann­o gli stolti che grideranno alla militarizz­azione delle scuole. Fa nulla. Chi non è in malafede capisce che per quei ragazzi che urlano contro i docenti, che li prendono a testate con il casco o che gli scaraventa­no sulla cattedra i cestini dei rifiuti — come si è visto nel filmato — un conto è sapere che dovranno fare i conti con altri professori, con il consiglio di classe e con il consiglio di istituto, e un conto è rispondere a uomini e donne in divisa. Con tutte le conseguenz­e del caso. Forse questa volta si è capito che continuare a tenere la testa sotto la sabbia servirebbe solo ai bulli.

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