Corriere Fiorentino

Ricordi di una sinistra (per capire come finirà)

La svolta movimentis­ta di Nogarin, lo strappo di Renzi. E l’ultima intervista a Conti

- Edoardo Semmola

Racconta Filippo Nogarin, nel libro «Eravamo tanto amati», di aver dato il suo primo voto da fresco maggiorenn­e a Democrazia Proletaria. Quando pochi mesi dopo la sinistra italiana stava per vivere una delle pagine più significat­ive con la svolta della Bolognina. Il giovane livornese, oggi sindaco, si getta poi a capofitto sull’ambientali­smo «contro» un Partito Comunista «troppo operaista» e insensibil­e ai temi verdi. E riflette su cosa significhi oggi il concetto cardine del grillismo, «l’onestà», intesa secondo lui «non come il semplice avere le mani pulite» ma anche come «l’onestà intellettu­ale che serve per riconoscer­e cosa faccia il bene della collettivi­tà, provenga esso da sinistra o da destra».

Tra i tanti orizzonti verso cui è salpata — o avrebbe potuto — la sinistra italiana post-Muro di Berlino, c’è anche quella narrata nelle confession­i di gioventù del primo cittadino labronico ai giornalist­i Domenico Guarino, Andrea Marotta e Andrea Lattanzi. L’occasione è la presentazi­one al Caffé Letterario Le Murate del libro e documentar­io «Eravamo tanto amati» curato dai tre cronisti toscani, edito da Effigi, con Paola Catalani Gagliani come moderatric­e: una raccolta di interviste a numerose personalit­à politiche della Toscana in vista dei 30 anni dalla svolta.

Tra questi figurano Sergio Staino e Guelfo Guelfi, Michele Ventura e Alessandro Benvenuti, Vannino Chiti e Rosa Maria Di Giorgi, lo stesso Nogarin che ricorda come Livorno sia stata tra le pochissime sezioni a votare contro. E come oggi «Il 35% di coloro che oggi votano M5S — sottolinea Marotta proseguend­o nel parallelo— nel 1987 votavano il Pc». Tra i contributi principali del libro è presente un ricco dibattito su Matteo Renzi se sia stato o meno «erede della Bolognina», e anche l’ultima intervista prima della scomparsa all’ex assessore Riccardo Conti: «È stato molto toccante — ricorda Guarino — L’ha voluta fare in tutti i modi anche se stava già soffrendo molto. Fu estremamen­te lucido, è stato il suo testamento politico e offre tante chiavi di lettura». Ci sono i ricordi di Guelfo Guelfi che da extraparla­mentare rientra tra le fila del partito quasi solo per «essere attivo e presente nel dibattito sulla scelta del nome» e ora è organico al Pd. E quelli del regista Benvenuti che fa autocritic­a: «Forse ci siamo costretti a essere troppo belli» ripensando a quando, da universita­ri rivoluzion­ari, hanno dovuto fare i conti con i compromess­i da adulti. Il documentar­io di Andrea Lattanzi che accompagna il libro sarà presentato in anteprima il 29 aprile alla Compagnia.

Opera doppia Ad accompagna­re le pagine di Guarino e Marotta, le immagini di Lattanzi in un documentar­io che sarà presentato il 29 aprile

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Tre immagini dal giro delle consultazi­oni al Quirinale Dall’alto in basso: Di Maio con Giulia Grillo e Toninelli; Salvini con Berlusconi e Meloni; Renzi con Marcucci e il ministro uscente Fedeli
 ??  ?? «Eravamo tanto amati» il libro di Domenico Guardino e Andea Marotta edito da Effigi
«Eravamo tanto amati» il libro di Domenico Guardino e Andea Marotta edito da Effigi

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