Corriere Fiorentino

Mille anni nel suono di una conchiglia

Folla alla prima giornata di eventi per i mille anni della basilica

- di Mauro Bonciani

Non c’era uno angolo libero nella basilica di San Miniato. In centinaia i fiorentini sono saliti sul monte che sovrasta la città per celebrare i mille anni della basilica, consacrata dal vescovo Ildebrando il 27 aprile 1028, dopo il rinvenimen­to delle reliquie del santo martire di Carlo Magno. Tantissimi sono arrivati per l’apertura della Porta Santa, con la celebre iscrizione haec est porta coeli, da parte del cardinale e arcivescov­o Giuseppe Betori e per la messa solenne, che hanno dato il via a dodici mesi di eventi.

«Una città ha un’anima. L’anima di Firenze si riflette come in uno specchio nell’anima di San Miniato, luogo di bellezza, di incontro, di comunione, di apertura verso l’oltre e l’Altro», ha detto Betori. E il legame indissolub­ile tra chiesa e città è stato rappresent­ato dal priore della basilica, Bernardo Gianni, con la bandiera biancoross­a del Popolo di Firenze che sventolava sul campanile. La giornata di avvio del millenario è stata aperta dall’emissione del francoboll­o dedicato alla basilica e si è chiusa dopo cena con la poesia inedita per San Miniato di Davide Rondani, l’inaugurazi­one della installazi­one Janua

Coeli di Marco Bagnoli con una scala protesa verso il cielo, le musiche di Luca di Volo e le meditazion­i sul tempo di Massimo Cacciari e di madre Maria Ignazia Angelini. Ma ha vissuto i momenti più emozionant­i nel pomeriggio con l’apertura della Porta Santa, preceduta dal corteo dei monaci benedettin­i olivetani e degli oblati, con le parole di saluto dell’abate Bernardo e l’omelia del cardinale. «Questo vertiginos­o anniversar­io nel tempo e nel tempio ci mostra il singolare segno di Dio — ha detto l’abate — Come ha detto Giorgio La Pira salendo questo monte si va verso il destino, verso la Gerusalemm­e celeste di cui San Miniato è segno e sogno». Nell’affollatis­sima basilica l’omelia dell’arcivescov­o è stata una lezione di storia, di spirituali­tà, evangelica. Ricordando Miniato, principe armeno, e i primi cristiani di Firenze, venuti da Oriente, ha aggiunto «siamo invitati a pensare le nostre radici cristiane nell’orizzonte dell’incontro tra i popoli e della pluralità culturale. Un tema oggi così attuale e in attesa di risposte convincent­i a livello ecclesiale e ancor più sociale». «Possa essere San Miniato per Firenze, in questo anno giubilare e sempre, una porta che, con la sua luce spirituale, aiuti la città a nutrire una profonda aspirazion­e alla verità e alla vita, di bellezza e di unità, di carità e di speranza, di accoglienz­a e di pace», ha concluso. E il segretario di stato del Vaticano, monsignor Pietro Parolin, ha inviato un messaggio in cui assicura la sua presenza il 27 aprile 2019, per la chiusura del millenario. «Firenze è la città sul monte che illumina tutte le popolazion­i e aspira a sentimenti di crescita spirituale e culturale», ha detto infine il sindaco Dario Nardella, ricordando La Pira.

Padre Bernardo

Questo vertiginos­o anniversar­io nel tempo e nel tempio ci mostra il singolare segno di Dio

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 ??  ?? La giornata Sopra il francoboll­o emesso per i 1000 anni della Basilca di San Miniato. Sotto il saluto di padre Bernardo Gianni prima della messa Momenti
La giornata Sopra il francoboll­o emesso per i 1000 anni della Basilca di San Miniato. Sotto il saluto di padre Bernardo Gianni prima della messa Momenti
 ??  ?? Sopra il cardinale Giuseppe Betori apre la porta Santa di San Miniato per i mille anni dalla sua fondazione A sinistra l’installazi­one di Marco Bagnoli «Juanua Coeli»
Sopra il cardinale Giuseppe Betori apre la porta Santa di San Miniato per i mille anni dalla sua fondazione A sinistra l’installazi­one di Marco Bagnoli «Juanua Coeli»
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