«Basta coi Far West della memoria e con l’equidistanza»
«Della memoria non si può fare un Far West», dice Riccardo Mazzoni, ex senatore toscano di Forza Italia e di Ala.
Se lei fosse stato a Cascina sarebbe andato alla rievocazione storica con i figuranti SS? «Sono sempre andato di malavoglia a seguire da giornalista, quando mi toccava, le sfilate del Carnevale di Viareggio, che pur nascendo da un’ispirazione satirica mi sembrano comunque molto più serie di questa triste comparsata rievocativa. No, non ci sarei proprio andato».
Il sindaco di Cascina dice: «Sono antifascista, ma chi ha combattuto, per la Resistenza o per Salò, penso lo abbia fatto per la pace». Che ne pensa? «La Lega di Bossi è sempre stata antifascista, quella di Salvini flirta orgogliosamente con Marine Le Pen, ma non ho motivo di dubitare dell’antifascismo del sindaco. Violante fu il primo comunista a parlare senza demonizzarli dei ragazzi di Salò, ma sarebbe assurdo non fare distinzioni tra chi combatté per la libertà e chi per la perpetuazione del fascismo. Sono semplificazioni pericolose».
Però quei figuranti nazisti sono stati anche in altri Comuni e non ci sono state polemiche. A Cascina sì perché è governata dalla Lega? «Probabilmente sì, e questo è ingiusto. Ridurre le tragedie della storia a farsa è un errore comunque e dovunque. Ma paragonare, come ha fatto il sindaco di Cascina, la parata dei figuranti nazisti alla rievocazione di un western denota una superficialità sconcertante. Non si può fare della memoria un Far West. E le divise delle Ss dovrebbero restare sepolte insieme a chi le portava».
Lei da coordinatore pratese del Pdl cacciò un militante che aveva festeggiato il compleanno di Hitler. Sul rapporto storia-politica il centrodestra ha fatto passi indietro?
«Non mi permetto di dare giudizi, ma spero proprio di no. Berlusconi fece un bellissimo discorso nel 2009 ad Onna, in mezzo ai partigiani, e ne ha fatto un altro di grande spessore pochi giorni fa a Porzus. Il paradigma antifascista come nesso fondante della nostra democrazia è una realtà storica, così come resta un vulnus storico che il paradigma anticomunista non lo sia stato. Ma la storia la scrivono i vincitori. Su questo dovremmo riflettere, come sul fatto che il 25 Aprile venga ancora fischiata la Brigata ebraica. E non è con queste assurde rievocazioni che si aiutano le nuove generazioni a riflettere».
Ceccardi si è detta pronta a correre come candidata governatrice. La voterebbe?
«La Lega ha il vento in poppa, ma io sto a prua. Comunque auguri».
La Lega di Bossi era antifascista, quella di Salvini flirta con Le Pen