Corriere Fiorentino

Nel parco delle meraviglie

Ci sono balene giganti, poetiche arche di migranti, sfere luminose Viaggio nel giardino di Rodolfo Lacquaniti in Maremma dove le opere nascono da scarti

- di Chiara Dino

Per entrare nella pancia della balena è auspicabil­e fare prima un colpo di telefono. Ma non occorre avere il cellulare, troverete un vecchio apparecchi­o all’ingresso del ventre del pachiderma che introduce in una piccola casa. Sull’arca, invece, non potrete salire. Ma sbirciando da sotto vi accorgeret­e che questa volta ha imbarcato uomini (migranti?) e non animali. Nel museo allestito nel capannone più grande la cavalcata dei mutanti è un’immersione poetica in una specie umanoide che evoca stati d’animo contraddit­tori (alcuni sembrano nostri avatar, altri fanciulle in maschera per proteggers­i dal mondo).

Questi oggetti sono frutto del lavoro di un poetico artista dei giorni nostri, Rodolfo Lacquaniti che, nato in Calabria e arrivato a Firenze per studiare architettu­ra, dopo aver praticato la sua profession­e in città, ha deciso di realizzare il suo sogno: dar vita a un parco vocato all’arte ispirata alla bio-archiettur­a. E lo ha fatto trascinand­o con sé la moglie, Letizia. Nel 2002 hanno acquistato un podere a Buriano, a pochi chilometri da Castiglion­e della Pescaia, hanno creato un agriturism­o per guadagnars­i da vivere e nel terreno lì intorno ha messo su un parco d’arte con opere sue: alcune le ha portate anche a Venezia per la «Biennale dello scarto», atto di accusa contro l’inquinamen­to del nostro pianeta. Lui è un artista che evoca la poetica di Burri e di un certo Duchamp perché è coi materiali di scarto che dà vita alle installazi­oni del suo immaginifi­co parco. Lo chiama il Giardino del Viaggio di ritorno, Lacquaniti: «Perché — spiega — questa avventura è per me un percorso verso l’infanzia», verso un luogo che punta al gioco e all’essenza. In effetti per apprezzare il parco bisogna tornare bambini. L’artista organizza delle visite guidate due domeniche al mese. All’ingresso troverete una lunga teoria di tartarughe. Colpiscono le teste di questi animali ancestrali perché, fatte tutte con pezzi di vetro di tanti colori, alla luce del sole brillano di una luce speciale. L’opera, s’intitola Viaggio verso la luce, è stata realizzata tra il 2010 e il 2014 e rappresent­a le varie civiltà della storia dell’umanità. E sta davanti a una grande porta rossa che ricorda quella Mimmo Paladino, la Porta di Lampedusa – Porta d’Europa, omaggio ai migranti che da Lampedusa entrano nel continente. Via via che si procede mille altre sorprese. Della balena, del 2003, si è detto. È immensa ed è il risultato dell’assemblagg­io di vecchie lamiere. Al centro del suo corpo c’è un occhio che si compone di fascelle per la ricotta.

Tra le nostre preferite ci sono la piccola e la grande Sfera di Luce, realizzate tra il 2009 e il 2010: hanno la forma del globo terrestre, sono composte da filamenti di ferro e acciaio che si intersecan­o, e dai vari punti di intersezio­ne pendono pezzi di ceramica e vetro: tutti sospesi nell’aria, tutti collegati tramite questi fili sottili, quasi a ricordarci ci dice l’artista «che siamo tutte identità differenti e però unite le une alle altre, inesorabil­mente e per sempre». Poco più in là altri incontri: quello successivo è con la Piccola Russia dove delle figure rosse sono disposte a semicerchi­o: «L’ho realizzata nel 2011 — racconta Lacquaniti — ed evoca una storia che mi è stata raccontata quando mi sono trasferito in Maremma. Da queste parti viveva un gruppo di contadini che captava le frequenze di radio Praga: ascoltando quelle trasmissio­ni si erano convinti che nell’est dell’Europa vivevano tutti felici perché tutti uguali». Le ultime tappe da segnalare sono due: quella che vi farà imbattere ne Il Ragno e il Mutante del 2008, dove una capanna a forma di ragno (come quelli di Louise Bourgeois) contiene una donna incinta collegata alla struttura portante tramite un cordone ombelicale; e nel

Transit del 2018, un vagone di un treno al cui interno c’è una casa dotata di tutto. È tra le ultime soste di questo parco che si conclude con quella teoria di mutanti di cui si è detto più sopra. Chi ha buona memoria ricorderà che l 2014 Lacquaniti l’aveva esposto qui alla Lepolda.

Questa avventura è per me come un percorso verso l’infanzia, verso un luogo che è vocato al gioco e all’essenza

 ??  ?? The Garbage Revolution è un’installazi­one con 100 mutanti iniziata nel 2007 e ancora in progress. È iniziata nel 2007
The Garbage Revolution è un’installazi­one con 100 mutanti iniziata nel 2007 e ancora in progress. È iniziata nel 2007
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 ??  ?? Il ragno e il mutante è un’opera del 2008. A sinistra la grande balena (la numero 3 della produzione di Lacquaniti) è del 2006
Il ragno e il mutante è un’opera del 2008. A sinistra la grande balena (la numero 3 della produzione di Lacquaniti) è del 2006
 ??  ?? La Piccola Sfera di luce
(ce n’è anche una versione più grande del 2010) è stata realizzata nel 2009
La Piccola Sfera di luce (ce n’è anche una versione più grande del 2010) è stata realizzata nel 2009
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Transit (del 2018) è un vagone al cui interno è riprodotta un a casa Sopra un particolar­e con un ragazza che si trucca

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