E Sebastiano (a sorpresa) fa un giro sulla Papamobile
«Mi ci porti?». Sebastiano ha 9 anni e ha la passione per le auto, le bici e i motorini. Così quando ha visto quella macchina strana, la Papamobile, si è rivolto al signore vestito di bianco e ha insistito: «Adesso mi ci fai salire?». Papa Francesco sul momento non ha risposto, anzi, chi era con lui ha pensato che il Pontefice non avesse fatto caso all’insistenza del bambino. Ma quando è arrivato a risalire sulla Papamobile, Francesco si è voltato verso Sebastiano e gli ha detto: «Allora? Non vieni?».
Il bambino, che ormai la dava per persa, è esploso in un sorriso ed è saltato a bordo, facendo mezzo chilometro in trionfo. La scena è successa al Poggetto, cinque casette dentro Nomadelfia, dove il Pontefice è andato in visita a uno dei gruppi famigliari della comunità. Un’antica regola posta da don Zeno Saltini fa sì che dopo l’affidamento formale di un minore da parte del tribunale, ci sia poi un affidamento spirituale da parte di un sacerdote. Così, visto che due ragazzi erano arrivati da poco, sottratti a famiglie che vivono una situazione di grave disagio, si è deciso di aspettare la visita del Papa per lasciare a lui questa particolare benedizione.
Dentro la sala da pranzo, la stanza comune del Poggetto, don Ferdinando ha letto il passo del Vangelo in cui Gesù affida San Giovanni alla Madonna. Poi Papa Francesco ha sancito l’affido di Raffaele, 13 anni, e di un simpatico bambino di 9 anni: Sebastiano appunto. Ma mentre dentro molte mamme e nonne piangevano per la commozione, il bimbo pensava solo alla Papamobile. Del resto, non stupisce che Sebastiano abbia conquistato Francesco, a Nomadelfia è una piccola celebrità per i suoi modi scanzonati. Mercoledì, mentre una ventina di agenti stava facendo un sopralluogo, lui è entrato in mezzo al capannello imitando il verso del gufo: risultato, tutti i poliziotti a ridere e addio tensioni della vigilia.
E ieri è entrato nella press room allestita per l’occasione e si è avvicinato di soppiatto alla cesta delle paste della colazione, per poi imbronciarsi e chiedere ad alta voce, quasi spazientito: «Ma quelle alla cioccolata dove sono?».