Corriere Fiorentino

Oggi l’ultimo saluto al critico letterario nella sua Pienza

Kareen De Martin Pinter a Firenze con il romanzo «Dimentica di respirare»

- di Edoardo Semmola

Poteva scegliere un argomento più facile, invece no. Ha optato per un tema spinoso, la morte assistita. Lo ha fatto con una scrittura concava, che va letteralme­nte in profondità. Di questo si parlerà oggi alle 19 al Festival di letteratur­a sociale con Kareen De Martin Pinter. In via Santa Reparata 12, a Firenze, l’autrice presenterà infatti Dimentica di respirare (tunué) con Vanni Santoni e Giorgio Biferali. La scrittrice non è una novizia: nel 2013 ha infatti vinto il premio Volponi con l’opera prima L’animo leggero (Mondadori), storia di una bambina nella Bolzano del primo dopoguerra e di piccole, grandi, cattiverie. Con questo romanzo, invece, la scrittrice — lei, che vive tra le montagne — racconta un uomo che vive in mare. Otto capitoli per seguire la vita di un campione di apnea che compie un viaggio interiore, una duplice immersione.

Dimentica di respirare è anche una specie di parola d’ordine, quella che Maurizio, l’allenatore, dà a Giuliano, che ha cominciato a immergersi in apnea che era ancora un bambino. Lo faceva con il fratello e con un amico. Lo ha fatto per poi stabilire record mondiali. La vita cambia quando Giuliano arriverà a 50 anni e scoprirà di avere una malattia, che lo porterà a fare un ultimo tuffo.

Come nasce un libro del genere? «In principio ci fu L’uomo delfino di Jacques Mayol — racconta l’autrice — Non ricordo come arrivò in casa mia, ma ricordo bene che qualche tempo dopo aver finito una delle ultime stesure del precedente romanzo, L’animo leggero, ripresi in mano questo libro e iniziai a esserne assorbita, goccia dopo goccia. Il mare, certo, ma soprattutt­o il respiro, dentro al quale Mayol si tuffava ancora prima di toccare l’acqua. Un viaggio all’indentro, a spingere la carne più in là per far spazio all’aria. Il respiro, come una persona, con cui dialogare, da aiutare, contro il quale arrabbiars­i, da perdonare. Il primo viaggio in verticale dell’apneista è dentro sé stesso. Per dirla con le parole di un altro grande apneista, Umberto Pelizzari: il sub s’immerge per guardarsi intorno, l’apneista per guardarsi dentro», dice ancora. Quando Kareen lesse il libro Mayol era morto da pochi anni (il campione subacqueo si suicidò all’Isola d’Elba) e lei aveva appena partorito. «D’istinto intrecciai questa lettura all’osservazio­ne dell’atto respirator­io, un movimento che va e viene con nel mezzo una pausa, una sospension­e: il neonato nell’attesa di riempire i suoi polmoni per la prima volta, il morente per schiudersi a un altro mondo. Dentro di me si fece largo l’idea dell’apnea come un luogo, una stanza, un corridoio in cui entrare per accedere a un altrove. Da allora sono passati quasi dieci anni. La storia ha avuto il tempo di respirare parecchio in me».

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 ??  ?? La scrittrice Kareen De Martin Pinter fotografat­a da Klara Bech Nata a Bolzano nel 1975, ha esordito con «L’animo leggero»
La scrittrice Kareen De Martin Pinter fotografat­a da Klara Bech Nata a Bolzano nel 1975, ha esordito con «L’animo leggero»
 ??  ?? Copertina Kareen De Martin Pinter, «Dimentica di respirare» (tunué)
Copertina Kareen De Martin Pinter, «Dimentica di respirare» (tunué)

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