Banchini a doppia velocità per il patto gialloverde
Il Carroccio ha chiesto 50 autorizzazioni, M5S spiazzato: «Quando arriveranno indicazioni...»
C’è chi ha fatto richiesta per il suolo pubblico (la Lega), chi lo farà (i grillini), chi aspetta le indicazioni da Roma, chi attende i moduli delle schede per il voto, chi avvisa «guai a chi non partecipa», chi invece crede che «quel che conta è il web». I banchini che Lega e Movimento Cinque Stelle allestiranno sabato e domenica per presentare agli italiani il «contratto di governo» (per ora) sono ancora in alto mare.
C’è chi ha fatto richiesta per il suolo pubblico, chi lo farà, chi aspetta le indicazioni da Roma, chi attende i moduli delle schede per il voto, chi avvisa «guai a chi non partecipa», chi invece crede che «quel che conta è il web». I banchini che Lega e Movimento Cinque Stelle allestiranno sabato e domenica per presentare agli italiani il «contratto di governo» sono ancora in alto mare.
Le indicazioni da Roma tardano, ma i militanti una cosa l’hanno capita: finché non c’è dietrofront, finché il banchino s’ha da fare, significa che Di Maio e Salvini ancora credono che il governo gialloverde sia possibile. Lega e Cinque Stelle hanno strategie diverse: se i primi faranno votare i cittadini ai gazebo, i secondi useranno i banchini solo come punti informativi, perché il voto si farà sul web, sulla piattaforma Rousseau. Come a settembre, quando le primarie grilline incoronarono Di Maio tra altri sette candidati sconosciuti e con i numeri dei votanti (37.442) resi pubblici diversi giorni dopo. Anche stavolta c’è polemica: a Il Mattino, l’ex collaboratore di Casaleggio, l’informatico Marco Canestrari, ha detto che «Rousseau non offre alcuna garanzia agli iscritti».
Quanto ai banchini, i grillini sembrano più indietro del Carroccio: «Siamo ancora work in progress — spiega il deputato livornese Francesco Berti — non sappiamo ancora quanti banchetti ci saranno. A Livorno e Pisa sicuramente, siamo già operativi. E ci saranno i portavoce (gli eletti, ndr) nazionali e regionali. Ma ai banchini non si vota, saranno informativi, con del materiale dove si spiega cosa abbiamo fatto in questi giorni e quali saranno i punti fondamentali del contratto. La votazione sarà su Rousseau, per gli iscritti». Ma, precisa Berti, se il portale web è riservato ai militanti registrati, il banchino non farà discriminazioni: «Informiamo anche ci ha votato e non è iscritto, oppure il simpatizzante». Spuntano però gli ostacoli: dopo che il Movimento non ha dato la certificazione al candidato senese Luca Furiozzi, «i Cinque Stelle a Siena possono considerarsi scomparsi — dice l’ex candidato sindaco Michele Pinassi — credo che senza di noi non si possano organizzare banchini, e se qualcuno lo facesse mi chiedo con quale credibilità». Poco dopo però Pinassi richiama: «Vorrei rettificare: dichiaro che dal Movimento non sono arrivate comunicazioni. Se e quando arriveranno, vedremo se ci sarà la possibilità di fare il banchino».
La Lega invece ha già fatto partire una cinquantina di richieste di occupazione del suolo pubblico ad altrettanti Comuni toscani. Il segretario regionale Manuel Vescovi spiega che dove si andrà al voto a giugno per le amministrative le procedure sono semplificate, «negli altri Comuni invece bisognerà aspettare la risposta, ma noi contiamo di esserci in almeno una trentina, i capoluogo e le città principali».
La Lega, nelle piazze, farà un vero e proprio referendum tra il sì e il no al governo giallo-verde. Con una particolarità, ci saranno due schede, a seconda di come i cittadini decideranno di votare. Due schede come quando c’era il Duce? «Ma no — risponde Vescovi sorridendo — ognuno è libero di votare come vuole. Anzi, siamo aperti a tutti, non si deve essere per forza elettori della Lega: chiunque può partecipare». Nel Carroccio ancora aspettano di ricevere i modelli delle schede, di avere indicazioni sugli orari. Ma su una cosa Vescovi è risoluto: «Tutti partecipano, dai parlamentari in giù. Chi non lo fa, è fuori». Del resto, assicura, sono allenati, «nella nostra sede è pieno di banchini, e quasi tutti i nostri militanti hanno il banchino a casa: chi semplice, chi montabile, chi col tettuccio e chi senza. Siamo abituati a stare in piazze e mercati».
Arriva però un monito contro il referendum: ma non quello sul governo sì o no, ma su quello previsto dal «contratto» per l’uscita dall’euro. «È una stupidaggine — tuona il governatore Enrico Rossi da Bruxelles — in Inghilterra ha azzerato la crescita. Si scherza col fuoco».
I leghisti
Si voterà in piazza, con una scheda per il sì e una per il no: «Aperti anche ai non iscritti»
I Cinque Stelle
Solo informazioni, il voto sarà tutto online attraverso il contestato sistema «Rousseau»