Corriere Fiorentino

Rifiuti: il dribbling del Pd, l’Sos dalle discariche piene

- Fatucchi

Il Pd presenta due proposte di legge per inserire nello statuto della Regione i principii dell’economia circolare dei rifiuti (recupero, riciclo, riuso) senza citare il termovalor­izzatore di Case Passerini. Uno stop? Forse, mentre si attende il pronunciam­ento del Consiglio di Stato. In questa impasse però c’è il problema delle discariche: in 4 hanno chiesto di espandersi. Sono strapiene di rifiuti.

«Ora siamo nell’economia lineare: estraggo risorse, faccio un prodotto, lo uso e poi lo butto via, in una discarica o bruciato per fare un minimo di energia. L’economia circolare è l’alternativ­a: quello che smetto di usare può avere una seconda vita». Giorgio Arienti, direttore generale di Ecodom (consorzio per il recupero delle materie prime) la spiega così, l’economia circolare. «Il “rifiuto” può essere reimpiegat­o da un’altra parte. Noi ci concentria­mo sulla materia da recuperare, riciclare, riusare».

Arienti, l’economia circolare è un cambio epocale per il consumator­e.

«Molto di più: è creare modelli di business sostenibil­i nel tempo. Cioè creare aziende e idee che non abbiano impatti negativo sul nostro pianeta».

Quindi dovremo tutti farci una domanda, davanti a qualcosa da buttare: dove lo butto? «No, la prima domanda è: ho proprio bisogno di buttare questo oggetto? Può essere utile a me o qualcuno meno fortunato di me? Quello che butto è uno spreco o no per il pianeta?».

Ma se il prodotto non funziona più? «Allora ti devi domandare: dove lo butto. Persino per i rifiuti elettrici ed elettronic­i, di cui ci occupiamo noi, siamo il fanalino di coda nell’Europa. Buttiamo via ogni anno 12 kg di questo tipo di apparecchi. Noi oggi ne raccogliam­o 5 kg a testa: i 7 che mancano scompaiono perché non si fa raccolta differenzi­ata. Lo spazzolino elettrico si butta sul sacco nero, la lavatrice si dà al robivecchi. Mi sono tolto un problema, ma il robivecchi non tratta i rifiuti di questo tipo. Strappa il rame, il ferro, e butta il resto».

E invece voi recuperate la materia pura.

«Ci sono dati confortant­i, almeno nel nostro settore. Abbiamo gestito 105 mila tonnellate di rifiuti elettrici e elettronic­i e recuperato 90 mila tonnellate di materia prima-seconda. Ma è difficile recuperare plastica, che diventa un prodotto non di grande qualità, quando costa ancora farla meno col petrolio».

Ma alla fine di tutto il ciclo (recupero-riciclo-riuso), qualcosa resta: che farne?

«Al momento la maggior parte va in discarica, purtroppo. Prima di arrivare al 100% di riciclo, sarebbe interessan­te il recupero energetico. Meglio i termovalor­izzatori che le discariche». (M.F.)

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