Il caffè di Giuliano
Dal 12 giugno l’edizione numero 94, ma senza le due sezione per i giovani stilisti emergenti
Se sarà un Pitti senza governo quello che inizierà il 12 giugno per chiudersi il 15 ancora non si sa. Ma è certo che questa edizione numero 94 della kermesse fiorentina della moda uomo fa i conti con quel che accade a Roma e con l’inquietudine che un possibile governo Cinque Stelle-Lega ha generato nel mondo economico, dalla Borsa alle imprese. Fatto sta che nell’anno che vede Roberto Cavalli tornare a sfilare nella sua città (alla Certosa mercoledì 13, con il nuovo corso firmato Paul Surridge), il presidente di Pitti Immagine Claudio Marenzi, che alla Leopolda festeggerà i 70 anni della sua Herno, lancia un appello. «Negli anni scorsi con Carlo Calenda alla guida del ministero dello Sviluppo economico è partito un progetto importante di sostegno alla moda (è nato il coordinamento nazionale del settore con il tavolo della moda a cui partecipano il Centro di Firenze, la Camera della moda milanese e Confindustria moda oltre a Smi, e inoltre Pitti ha ottenuto 2 milioni e 600 mila euro annui per organizzare eventi e attrarre buyers in fiera, ndr). Oggi abbiamo bisogno di sapere che il prossimo governo darà lo stesso sostegno a un settore come il nostro che è strategico». I fondi per il «sistema moda» finiranno a gennaio, poi non si sa. «Anche perché — spiega il presidente del Centro di Firenze per la Moda Andrea Cavicchi — con la riunione del 28 febbraio scorso, alla vigilia del voto del 4 marzo, il tavolo nazionale della moda ha finito di esistere: dopo le elezioni non si è più riunito».
Manca dunque il coordinamento nazionale, quell’istituzione nata per suddividere meglio i fondi riservati al settore e coordinare le settimane della moda tra Firenze e Milano. Anche Cavicchi lancia il suo appello, a fare presto con la costituzione di un governo e a fare comunque qualcosa per il settore che ha bisogno di una buona promozione all’estero e di nuova formazione. Gli sforzi fatti dalle aziende nello scorso anno e nel primo trimestre del 2018 sono stati in parte ricompensati. Il business complessivo è cresciuto del 2,8 per cento, l’esportazione del 3. Unico campanello d’allarme è la flessione delle vendite in Usa e in Giappone. Ma in generale ci sono aspettative positive.
In questo quadro generale, Pitti si prepara ad un’edizione che animerà Firenze in più luoghi. Della Certosa che per la prima volta si offre alla moda con Roberto Cavalli si è detto. Boboli, invece, farà da sfondo, il 14, all’evento che vedrà protagonista lo stilista londinese Craig Green, guest designer, mentre alla Galleria Frittelli il 13 Fumito Ganryu presenterà la prima edizione della sua etichetta indipendente, dopo aver firmato quella di Comme des Garçons. Se la Fortezza, con il tema guida dedicato al P.o.p. inteso come acronimo di Pitti Optical Power, ospiterà un profluvio di temi optical e multicolori e un’area relax anch’essa optical, a Palazzo Pucci il brand omonimo dialogherà con i manichini artistici di Bonaveri. Niente mostra alla Galleria del Costume e della Moda di Palazzo Pitti quest’anno. Il progetto artistico si sposta al vecchio refettorio di Santa Maria Novella con un’esposizione fotografica, curata da Francesco Bonami e Markus Ebenr, intitolata «Fanatic Feelings Fashion Plays Football» e dedicata alla moda e al calcio. Saltano anche la sezione Pitti Italics (dedicata ai talenti italiani emergenti) così come il concorso per le giovani promesse fatto in collaborazione con Vogue, Who’s on next. E se la nazione ospite sarà la Georgia, uno spazio riservato in Fortezza mostrerà il cosiddetto Manifesto Scandinavian, per lanciare la moda del Nord Europa. Sarà interessante vedere come Birkenstock racconterà se stesso al Giardino Torrigiani, il 13 e come in Sala della Ronda, in Fortezza verrà valorizzata la moda per chi ama il rapporto con la natura.
Il presidente Marenzi
Negli anni scorsi è partito un progetto di sostegno alla moda. Oggi abbiamo bisogno di sapere che verrà data la stessa attenzione al nostro settore