Il market della droga a scuola
Spacciavano nei bagni di un istituto fiorentino. Filmati e indagati cinque studenti
Spaccio nei bagni della scuola. È questo che hanno ricostruito gli investigatori della squadra mobile coordinati dal procuratore capo Antonio Sangermano. Ed ecco perché ieri mattina cinque studenti minorenni — tra i 15 e i 17 anni — sono stati perquisiti dalla polizia nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza, a vario titolo, i reati di detenzione di droga ai fini di spaccio. Gli studenti avrebbero smerciato droga nei bagni di un istituto professionale che si trova in provincia di Firenze.
L’indagine è nata dopo un esposto arrivato in Procura. Ai primi dello scorso febbraio era stata consegnata ai magistrati una lettera che ipotizzava un giro di droga in questa scuola. Che fare? Intervenire oppure aspettare? A quel punto si è deciso di installare alcune telecamere nei pressi dei bagni, dove — secondo l’esposto anonimo — si svolgeva l’attività di spaccio. Le telecamere sono state attivate a partire dallo scorso marzo e hanno ripreso, due episodi di spaccio. In un caso si vede addirittura uno dei baby pusher contare i soldi.
A questo punto sono scattate le perquisizioni per i due studenti: a casa di uno di loro è stata trovata anche una bilancina di precisione utilizzata per confezionare le sostanze stupefacenti da vendere ai compagni di scuola, oltre a un barattolo con marjuana e uno spinello già pronto.
Altri tre studenti risultano iscritti sul registro degli indagati mentre una quindicina di minorenni sono sospettati di avere un ruolo in questa vicenda. Un ruolo che deve essere ancora definito. Nel frattempo, infatti, sono stati segnalati come assuntori alla Prefettura. La Questura «continuerà la sua attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti tra i giovani soprattutto quando questa avviene all’interno o in prossimità di scuole», informa una nota ufficiale diramata ieri pomeriggio proprio da via Zara.
Intanto nelle prossime ore gli studenti perquisiti e indagati saranno convocati in Procura per essere sottoposti all’interrogatorio di garanzia. La magistratura minorile fiorentina è infatti intenzionata a capire da chi abbiano preso la droga gli studenti sospettati di averla venduta. L’esito degli interrogatori — ammesso che i minorenni non decidano di avvalersi della facoltà di non rispondere — sarà poi incrociato con le prime risultanze investigative che potrebbero emergere dagli accertamenti di altro tipo.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati anche i telefoni cellulari. Dai numeri delle chiamate ma anche dalla memoria delle chat i poliziotti potrebbero prendere altri spunti da approfondire in un secondo momento. Ricostruire il giro di altri eventuali clienti e capire dove gli studenti indagati si siano riforniti della droga da spacciare all’interno dei bagni della scuola sono il vero obiettivo degli inquirenti, che ormai lavorano da mesi su questa vicenda.