Vita da fattorino: una bicicletta, ma pochi diritti
Il boom dei fattorini in bici con poche tutele. E la Regione pensa a pagargli l’assicurazione
Sono ben più di mille, i rider (i fattorini dei tanti servizi di cibo a domicilio) in Toscana. Sono concentrati tra Firenze e Pisa. E nel capoluogo sono almeno la metà del totale. Non esiste una loro anagrafe ufficiale, ma stime fatte dalla Cgil. «Tutti con condizioni economiche diverse».
Sono ben più di mille, i rider in Toscana. Chi ci porta il cibo, di qualunque tipo, alle ore più impensate, specialmente in bici. Concentrati tra Firenze e Pisa. E nel capoluogo sono almeno la metà del totale. Ma si fa fatica a capire chi sono: perché cambiano, a volte smettono e riprendono l’attività in pochi mesi. Ci sono studenti universitari che si pagano gli studi (a volte i vizi) come gli esodati o i licenziati che sbarcano il lunario. C’è chi lavora solo nel fine settimana, chi pochi giorni al mese. Chi ogni pranzo e cena, per portare il cibo dalle centinaia di locali che ormai si trovano nei principali portali web di consegna. Chi fa questa vita, riesce ad arrivare anche a «Tutti hanno condizioni economiche diverse: difficile anche capire chi lo fa come lavoro principale o chi arrotonda», aggiunge Galgani. Ma se i 600-400 fossero tutti sotto una sola azienda, sarebbero la terza impresa privata di Firenze. Un fenomeno in espansione: due anni fa si valutava in 400 milioni di euro il fatturato di tutte queste piattaforme, ora due miliardi complessivi: percentualmente, in Toscana, un affare da 130 milioni di euro. L’incremento delle transazioni è stellare, c’è un aumento anche del 50% annuo per alcune di loro. Moovenda, parla di oltre 108 mila ordini gestiti nel 2017 con 150 rider: Glovo ne dichiara 2.500, di rider (ma non fornisce i dati dei pasti consegnati). Una giungla tariffe, di modalità di pagamento, con una sola caratteristica comune: il «rating». Se lavori di più, se lavori meglio (più consegne, più veloci, in un territorio più vasto) hai una priorità negli ordini che arrivano.
La Regione punta a chiedere, nel disegno di autonomia delle funzioni, spazio anche sul tema del lavoro: «E lo useremo per dare sicurezza e risposte anche ai rider» spiega l’assessore regionale alle politiche del lavoro Cristina Grieco. Non potendo toccare il tema dei contratti, «lì ci vuole un intervento statale», Grieco pensa che la Regione potrebbe fornire «alcuni interventi sul tema della sicurezza del lavoro, per esempio». L’idea è quella di ipotizzare «assicurazioni sul lavoro, ora a quanto ci risulta se ci sono se le pagano da soli. Oppure contributi per comprare mezzi ed attrezzatura adeguata: lo facciamo già con i professionisti, siamo stati la prima Regione ad equipararli agli imprenditori». Ed ancora, intervenire sul tema della sicurezza generale del lavoro, dato che girano in bici tutto il giorno. Mentre si attende Roma ed una legge, Grieco ha commissionato una ricerca all’Irpet per capire chi sono, quanti sono, quanto guadagnano e come, questi rider. Perché il primo passaggio è renderli «visibili», dato che finora non lo sono stati.
Lavori diversi
A Firenze, solo i fattorini di Runner Pizza hanno un accordo sindacale Per Foodora, Just Eat, Glovo e Deliveroo modalità di paga e tariffe diverse. Una sola regola: chi «produce» di più, ha la priorità sugli ordini