«Violenze quotidiane sulla stagista di 18 anni» Condannato a 22 mesi
L’Appello ribalta la sentenza sull’imprenditore Fani
Era accusato di aver sequestrato e pesantemente molestato una stagista di 18 anni quando era direttore del Centro ippico toscano. Oliviero Fani, 69 anni, l’imprenditore aretino che aveva promesso di far rinascere a nuova vita l’Ippodromo Le Mulina, ieri è stato condannato dalla Corte d’Appello a un anno e dieci mesi (pena sospesa) per violenza sessuale.
Dovrà versare una provvisionale di cinquemila euro alla ragazza in attesa che il giudice civile stabilisca l’intero ammontare del risarcimento. Prescritta invece l’accusa di sequestro di persona.
In primo grado nel 2015 Fani, difeso dall’avvocato Federico Bagattini, era stato assolto dall’accusa di violenza sessuale perché la ragazza aveva presentato in ritardo la querela.I fatti contestati risalgono al 2008. La ragazza, assistita dall’avvocato Marta Citernesi, si era confidata con l’allora fidanzato e poi con i genitori. Sognava di diventare insedoppia gnante di equitazione e per questo aveva iniziato a frequentare come stagista il Centro ippico toscano. Ma per due mesi, marzo e aprile 2008, sarebbe stata costretta a subire quasi quotidianamente le violenze del direttore del maneggio che le imponeva il silenzio: «Le persone senza segreti sono persone vuote» le ripeteva.
Secondo le accuse il direttore la convocava nella sua stanza, chiudeva la porta con mandata, si metteva la chiave in tasca e poi l’accarezzava, la baciava e la costringeva a toccarlo. «Sei bella, lasciati andare», le diceva. Lei a lungo non ha trovato il coraggio di raccontare quello che succedeva in quella stanza, poi dopo le prime confidenze, la decisione di presentare una denuncia. E ieri, a distanza di dieci anni, la sentenza di condanna della Corte d’appello presieduta dal giudice Maria Cannizzaro, ha ribaltato la sentenza di assoluzione di primo grado.
«Spero che adesso non tocchi altre donne», ha detto la ragazza al suo legale quando ieri sera è uscita dal palazzo di giustizia.
Il nome di Fani non è nuovo alle cronache giudiziarie. Nel 2016 era infatti finito sotto inchiesta per turbativa d’asta. Lo scorso dicembre il gip lo ha prosciolto dall’accusa. Al centro dell’inchiesta della pm Christine von Borries — che aveva chiesto per lui e per gli altri due imputati il rinvio a giudizio — era finita la Pega- so srl, società di Fani e dell’imprenditore cinese Lorenzo Zheng che si era aggiudicata la prima gara bandita dal Comune di Firenze per l’ippodromo Le Mulina nel 2012 per una concessione della durata di 25 anni.
Dopo un ricorso al Tar presentato dal raggruppamento temporaneo di imprese Park Lives guidato da Massimo Cortini la gara venne sospesa. Nel 2014 Palazzo Vecchio bandì una nuova gara. Secondo l’accusa Fani, Zheng e Cortini avrebbero stretto un accordo sottobanco per far aggiudicare la gara alla Pegaso. Il gip ha stabilito che il fatto non sussiste. L’idea era quella di creare una cittadella dello sport con un’arena concerti e un polo fieristico ma ben presto il progetto si è arenato. Adesso per Fani è arrivata l’ultima tegola della condanna per violenza sessuale.
I fatti nel 2008
Lei veniva chiusa nella sua stanza. «Non dire nulla, chi non ha segreti è una persona vuota»
Lo sfogo
La giovane dopo la sentenza: «Spero che adesso non tocchi altre donne»