Dante-Alberti, il primo passo dei due licei uniti
Festa sottotono per la fusione: «È finita un’epoca, ma saremo più forti. Da soli? Impossibile»
Il liceo ginnasio Dante aveva preparato una grande festa ieri per celebrare l’inizio della sua nuova vita «a braccetto» con l’artistico Alberti: buffet, bottiglie per i brindisi, un piccolo concerto di fiati al secondo piano, un altro jazz e molto più «agitato» nel teatrino, lo svelamento di un’opera d’arte a tema «dantesco» regalata dai nuovi «coinquilini» che lavorano di pennello. «Abbiamo invitato tutti: ragazzi, genitori, cittadinanza» raccontano dalla segreteria. Ma si sono presentati in pochi. All’entrata si notavano due ragazze in un angolo, con gli occhi un po’ arrossati, mentre la preside Maria Rita Urciuoli sanciva con un discorso formale la «fusione»: «È finita un’epoca, una scuola con un tale retaggio (l’Alberti, ndr), perde la sua identità». Ma erano le uniche facce tristi. «Oggi facciamo conoscenza con i nuovi colleghi, è come essere in gita» commentavano gli «ospiti» dall’Alberti.
Lo sapevano da mesi. «Abbiamo votato, ci siamo divisi — raccontano alcuni docenti — Ora è il tempo delle cose formali». La dirigente svela il dipinto con Caròn dimonio sulla barca dei dannati che campeggia sul muro e saluta «una fusione fortemente voluta» che riporterà «all’antico splendore» entrambi gli istituti. «Al Dante eravamo intorno ai 500 iscritti — spiega la docente Maria Teresa Ditifeci — ce ne mancava un centinaio per i parametri di legge. Ma prima che diventassimo liceo musicale eravamo sotto i 400. La fusione dovrà per forza migliorare la situazione, non potevamo sopravvivere da soli: questa scuola è stata a lungo una realtà di nicchia, 20 anni fa il preside mandava via gli studenti perché troppi».