Corriere Fiorentino

Agenda sicurezza Quattro emergenze, oltre il Poderaccio

Dal Patto con l’ex ministro Minniti all’appello di Rossi al governo Emergenze vere e percepite a un anno dal voto per Palazzo Vecchio

- Di Marzio Fatucchi

Il caso della morte di Duccio Dini, al pari di altri simili avvenuti in altre città, poteva scatenare una tempesta di querelle politica. Ma mentre si cerca correttame­nte la giustizia, è bene guardare ai fronti aperti sui dati reali, le concrete emergenze, e il senso di insicurezz­a percepito in città. Tutti fronti aperti (e sotto attenzione da parte della politica) nell’anno prima del voto a Firenze.

La morte di Duccio Dini ha rischiato di diventare la classica miccia che fa esplodere (solo) la polemica politica: è già capitato, in diverse città, soprattutt­o a meno di un anno dal voto. Non è stato così solo grazie all’intelligen­za e alla sensibilit­à dei familiari e degli amici che dopo il corteo di lunedì convocato da Fdi, finito con alcune centinaia di persone che volevano arrivare fino al campo rom del Poderaccio, hanno chiesto l’annullamen­to di tutte le fiaccolate per Duccio proprio per evitare strumental­izzazioni.

Resta dunque la tragedia di Duccio, ma resta sul campo il tema della sicurezza che di fatto sarà uno dei principali argomenti delle elezioni comunali dell’anno prossimo a Firenze. Quante volte però, meccanismi simili potranno scatenarsi su altri eventi che toccano la pubblica opinione? E quali sono invece i veri nodi sulla sicurezza, ormai diventato tema centrale nella vita delle città (e delle campagne elettorali)? Cerchiamo di capire quali.

«Mancano 100 agenti a Firenze», ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. E se ci si rende conto che mancano, è perché servono davvero. Lo dicono le statistich­e della polizia, che vanno sezionate e lette in profondità: i reati, complessiv­amente, diminuisco­no ormai da anni, per alcune categorie però aumentano. Spesso sono quelle «minori», per pericolosi­tà, ma che creano più disagio ed allarme sociale. Che ci sia un problema generale sul fronte sicurezza lo hanno ammesso le stesse istituzion­i, siglando il «Patto Firenze Sicura» con l’ex ministro Marco Minniti. Fu deciso di impegnare 13 pattuglie in più . Da allora, sono diminuite di alcune unità: si aspetta l’arrivo di nuovi agenti dall’ultimo concorso nazionale per aumentarle.

Un altro concorso ha portato altri 40 agenti di polizia municipale a Palazzo Vecchio: ha portato più agenti per i servizi di prossimità e al nucleo antidegrad­o, il più «operativo». Nel prossimo concorso Palazzo Vecchio vuole diminuire l’età massima di accesso al bando (forse 30 anni) per avere solo agenti idonei a lavorare in strada. I vigili non si occupano di ordine pubblico in modo immediato (spetta alle altre forze dell’ordine) ma sono fondamenta­li per la prevenzion­e. Dove saranno impegnati? Nei luoghi scelti dai dati raccolti dai «vigili di quartiere» e in assemblee di quartiere. Il tentativo è di fare una «sicurezza partecipat­a», non solo repression­e, da parte del Comune. A volte saranno usati in interventi puntuali (i critici dicono «spot»): ma utili, oltre che per provare a risolvere i problemi, ad aumentare il livello di sicurezza percepito dai cittadini.

Gli uomini sul campo Il governator­e ha chiesto 100 agenti in più per il controllo della città In Comune intanto via al concorso per 40 vigili da mettere in strada

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Dario Nardella, sindaco di Firenze
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Enrico Rossi
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Matteo Salvini

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