Che spettacolo la Manifattura riaperta
Folla all’open day, 17 anni dopo la chiusura dell’ex fabbrica di sigarette. E ora il cinema
alla macchina del tempo». La guida del Fai attira l’attenzione, ferma il torpedone, e indica il muro tra l’edificio 7 e il 12, oltre il quale si apre via Tartini. Ad accogliere i visitatori ecco gli ex dipendenti della Manifattura Tabacchi che raccontano la vita lavorativa e sociale passata nei vari edifici, sedici in tutto, distribuiti su sette ettari. Mentre i ragazzi del Fai ne illustrano l’architettura razionalista e lo sviluppo urbanistico, e i pannelli appesi agli angoli mostrano con dei rendering in cosa l’ex complesso industriale di via delle Cascine andrà a trasformarsi. Passato, presente e futuro uniti nel racconto: «Da lì partirà una grande pista ciclabile che apre in due lo spazio, collega Novoli con le Cascine» prosegue la guida del Fai indicando verso Novoli. Quando accadrà, nei prossimi tre anni, «questo luogo da cittadella chiusa si trasformerà in città aperta, un unico grande spazio verde, di socialità ed eventi culturali».
Alle 17.30 di ieri erano già 2.500 le persone accorse all’Open Day della Manifattura Tabacchi. La prima apertura al pubblico da quando, nel 2001, era stata prodotta l’ultima sigaretta. Il grosso si fa vivo di sera per gli spettacoli nella piazza dell’orologio, capace di accogliere 1.500 persone, la prima a essere completata nel progetto di riqualificazione lungo tre anni e del costo di 200 milioni di euro. Tutti vogliono entrare ne «l’imparziale» dove a fine turno di lavoro venivano perquisiti i lavoratori sospettati di essersi portati via qualche sigaretta. Con davanti le residenze d’artista ideate da Sergio Risaliti.
Il grande complesso di archeologia industriale di epoca fascista non chiuderà mai più, spiega nella conferenza inaugurale l’architetto Michelangelo Giombini di Manifattura Tabacchi Development Management, la società che ha vinto il bando per la riqualificazione del complesso. D’ora in poi, ai vari cantieri, «perché siamo ancora al 6% di lavori conclusi», si affiancheranno appuntamenti culturali e di socialità «per far abituare la cittadinanza a godere di questo luogo». Le visite all’interno, con una linea bianca che segna il confine tra le zone messe in sicurezza e quelle dove ancora non è consentito passeggiare, si moltiplicano ogni 20 minuti, ogni volta con 40-50 persone incuriosite. «La curiosità delle persone è tutta riservata a cosa accadrà qui nel futuro, il destino degli edifici, i progetti di riqualificazione — racconta Diana Querceli, capo gruppo Fai giovani Firenze — ma noi gli raccontiamo anche il passato, di quando qui le persone si incontravano, si innamoravano, si sposavano, facevano figli che mandavano nell’asilo interno alla fabbrica». Quasi tutti si fermano a fotografare l’ultimo edificio, il più lontano, il grande “magazzino blu” con i vetri oscurati per non far perdere l’aroma al tabacco. Entrano nella vecchia mensa, leggono i messaggi d’amore lasciati dai dipendenti alle loro colleghe sotto il telefono pubblico ormai sbarbicato. E i fumatori si divertono a ricordare le marche di sigarette che qui nascevano: Mercedes, Ms, President, e poi i sigari Toscanello e Havana. L’Open Day finisce con una festa, che lancia il primo appuntamento che sarà accolto dalla Manifattura: il Festival au Desert che si apre sabato 30. Ma già da domani iniziano le proiezioni cinematografiche all’aperto a cura del Puccini.