Corriere Fiorentino

Rifiuti, solo con i «no» si rischia l’emergenza

- Di Gabriele Toccafondi* *Deputato di Civica Popolare

Caro direttore, credo fermamente che non si possa addossare il problema dei rifiuti a chi viene dopo di noi. Questo sta accadendo insieme al fatto che rischiamo l’emergenza a breve. Se la politica non trova da subito una soluzione sul termovalor­izzatore percorribi­le all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, le conseguenz­e potrebbero essere devastanti. Governare significa prima di tutto dare risposte alle esigenze dei cittadini e prendersi la responsabi­lità di dire le cose come stanno: bloccare il termovalor­izzatore ci costerà infatti circa 20 milioni di euro di spese già sostenute. E, nel solo 2017, il trasferime­nto all’esterno dei rifiuti dell’area Firenze-PratoPisto­ia ci è costato 60 milioni di euro. E nel futuro costerà sempre di più. Non prevedere una soluzione nel breve periodo senza avere un impianto in grado di trasformar­e i riciclati e il termovalor­izzatore per l’indifferen­ziato, potrebbe significar­e entrare nel giro di pochi mesi in una vera e propria emergenza. Il Piano regionale dei rifiuti prevedeva la messa in funzione di Case Passerini già nel 2017 e dal 2020 il piano prevedeva che il 70% dei rifiuti fosse differenzi­ato. Il termovalor­izzatore avrebbe dovuto bruciare 193.000 tonnellate annue di rifiuti già trattati, quindi al netto di ciò che si poteva recuperare. Senza questo impianto le quote da smaltire aumentano e, se da una parte è appurato che il termovalor­izzatore non piace a nessuno dall’altra bisogna avere un’alternativ­a reale. E oggi questa alternativ­a si chiama discarica. Se il termovalor­izzatore è rimesso totalmente in discussion­e è dovere della politica, a cominciare dalla Regione, spiegare dove e come si chiude adesso il ciclo dei rifiuti della zona Firenze-Prato-Pistoia e quali sono i costi che dovranno sostenere i cittadini. Deve poi cominciare quanto prima la raccolta differenzi­ata di qualità che registra ancora oggi risultati insoddisfa­centi per poterci permettere di poter fare a meno della tanto vituperata tecnologia per smaltire i rifiuti.

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