Eldvi e Stela, fratelli «Finalmente italiani anche per la legge»
Oggi giureranno sulla Costituzione
Eldvi e Stela Lachaj si sono sempre sentiti italiani, «anche se siamo fortemente ancorati alle nostre radici albanesi». Lui ha 20 anni, lei (la sorella) di anni ne ha 25: entrambi, accompagnati dalla madre Shiresa, sono arrivati in Toscana da Fier, il paesino a pochi chilometri da Valona che ha dato anche i natali al cantante Ermal Meta, nel 2005 per ricongiungersi al padre Viktor, operaio metalmeccanico.
Dopo il diploma Eldvi ha subito iniziato a lavorare: «Mi occupo del carico e scarico bagagli all’aeroporto Vespucci». Stela invece frequenta la facoltà di Lingue ma per non pesare sulla famiglia si è trovata un’occupazione, anche lei nello scalo aeroportuale di Peretola: «Sono hostess di terra».
Ai due fratelli Lachaj, questa mattina in Palazzo Vecchio verrà conferita la cittadinanza italiana, dopodiché giureranno sulla Costituzione e davanti al sindaco Dario Nardella. «Domani (oggi, ndr) si avvera un grande sogno — dicono i due ragazzi — che coltivavamo da quando ancora vivevamo in Albania. In Italia abbiamo realizzato i nostri desideri, abbiamo tanti amici (Eldvi ha anche trovato l’amore: un anno fa si è fidanzato con una ragazza fiorentina, ndr) e ci sentiamo perfettamente integrati. Ma la cosa più entusiasmante è che ora potremo anche esprimere la nostra opinione attraverso il voto».
Stela, da bambina, era così eccitata all’idea di trasferirsi nel nostro Paese che in casa, a Fier, costringeva tutta la famiglia a seguire i programmi della tv italiana: «È così che ho imparato la lingua — racconta — E ho superato le prime difficoltà». Il primo giorno a Firenze — correva il febbraio di tredici anni fa — i due fratelli lo hanno passato a scuola e poi a passeggio per scoprire i segreti della città: «Ci siamo trovati in un mondo completamente diverso da quello che avevamo immaginato, e da quello in cui avevamo vissuto fino ad allora. Ci hanno colpito le strade asfaltate, i giardini, i parchi giochi, i negozi, le gente allegra e socievole. Nel quartiere popolare in cui vivevamo nel nostro Paese di provenienza, invece, c’erano solo ghiaia e palazzoni grigi».
Non appena Stela ed Eldvi riceveranno il passaporto, partiranno per un lungo viaggio: «I Paesi che ti fanno entrare nei loro confini con i documenti albanesi sono pochissimi, ma non appena avremo il passaporto italiano recupereremo tutto il tempo perduto. Abbiamo sete di scoprire, di imparare e di fare nuove esperienze». Ma prima di progettare il futuro bisogna pensare a festeggiare quella che i Lachaj definiscono «una rinascita, una seconda vita», ovvero l’ottenimento della cittadinanza. «Il prossimo fine settimana con la mamma e il babbo abbiamo organizzato un pranzo in grande stile con zii e nonni, e alla fine brinderemo all’Italia e ai nuovi italiani«.
Obiettivi
Dai palazzi grigi di Fier ai parchi giochi Lavoriamo all’aeroporto e con il nuovo passaporto potremo iniziare anche a vedere il mondo