MAGGIO D’ARTE IN SCENA AL NOVECENTO
Severini, Melotti, Paolini, fino allo scandaloso Derek Jarman e a Bob Wilson Nel museo fiorentino disegni, bozzetti e modellini per gli spettacoli del teatro Risaliti: «Grande patrimonio che merita visibilità e un viaggio nella fantasia»
Sono immagini sovrapposte e stratificate nella loro carica trasgressiva ancora così forte a distanza di decenni. Le opere irriverenti del cineasta e artista Derek Jarman, si integrano all’interno di un percorso tra Metafisica e Neofuturismo, Astrazione e Pop art, Espressionismo e Arte Concettuale. Un percorso tutto da scoprire nella mostra al Museo Novecento Artisti al teatro. Disegni per il Maggio Musicale Fiorentino ideata dal direttore artistico Sergio Risaliti, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Teatro del Maggio e a cura di Moreno Bucci.
Il pubblico potrà rivivere, fino al 27 settembre, l’unicità di un connubio indissolubile tra arte e teatro grazie ai figurini, ai bozzetti e ai modellini conservati nell’archivio storico del Maggio e realizzati per gli spettacoli dal 1933 al 1999. «Nel Novecento è esploso il rapporto tra il mondo del teatro e l’arte — spiega Sergio Risaliti — Un grande patrimonio, oltre che un viaggio nella fantasia, che merita di essere esposto e noi abbiamo il piacere di ospitare una selezione di opere nate per essere messe in scena e realizzate da artisti che hanno attraversato il secolo come Mario Sironi, Gino Severini, Enrico Prampolini, Franco Angeli, Piero Dorazio, Toti Scialoja, Giacomo Manzù, Fausto Melotti e Giulio Paolini». Sarà così possibile riscoprire il lavoro di alcuni protagonisti del Novecento attraverso un percorso che permette al pubblico di entrare in contatto diretto con le opere che hanno contribuito a rendere memorabili alcune delle messinscene del Maggio, dall’Amfiparnaso di Orazio Vecchi (1933), per cui Gino Severini pensò i costumi, alle invenzioni astratte di Piero Dorazio per Rideau Réversible di Goffredo Petrassi e Igor
Stravinsky (1980), dai Lombardi alla Prima Crociata di Giuseppe Verdi del 1948, che vide la collaborazione di Mario Sironi per scenografie e costumi, alle creazioni «scandalose» di Derek Jarman per
The Rake’s Progress di Igor Stravinsky (1982). «Non è sta-