Tutti contro Rossi, ma lui: «Ipocriti, non ritratto»
Valanga di critiche per il post del governatore sull’ex ad di Fiat. Toccafondi: odiatore da tastiera
«Non ho nulla da rimproverarmi, ho parlato nel massimo rispetto della persona». Il governatore Enrico Rossi non fa un passo indietro sulle critiche espresse domenica sulla figura di Sergio Marchionne. Attaccato da più parti, Rossi ieri ha contrattaccato: «L’ipocrisia in questo Paese regna sovrana. Ho espresso rispetto personale per Marchionne, ho solo mosso critiche per l’operato da manager: ottimo per gli azionisti, molto meno per i destini dei lavoratori. O si sta tutti zitti o si dovrà far sentire anche una campana diversa». E ha aggiunto invece di provare personale simpatia per Marchionne: «Veniva da origini umili ed è riuscito a formarsi da solo». Ma dopo il post su Facebook di domenica («Marchionne era un manager capace, soprattutto per gli azionisti, ma certo poco o per niente attento alla storia e agli interessi industriali del Paese»), Rossi è stato subissato dalle critiche. «Esternazioni davvero vergognose», dice Maurizio Carrara di Forza Italia, mentre Gabriele Tocca- fondi di Civica Popolare spiega che «almeno di fronte al dramma umano di una persona che lotta fra la vita e la morte, avrebbe potuto fermarsi un attimo prima di gettarsi nel baratro delle polemiche da social come un qualsiasi trivio hater da tastiera». Il coordinatore toscano della Lega, Manuel Vescovi, esprime «indignazione», mentre il presidente del Consiglio regionale toscano, Eugenio Giani (Pd), ammette: «Ho letto il post, non l’ho trovato una scelta felice». Critico anche il presidente toscano di Confindustria, Alessio Marco Ranaldo: «Parole del tutto fuori luogo, non solo perché si inseriscono in un momento umanamente delicato per il manager e la sua famiglia, ma anche perché non tengono conto di come le scelte imprenditoriali di Marchionne abbiano consentito di raggiungere risultati positivi incomparabili non solo per l’impresa da lui guidata, ma anche per l’occupazione». Domenica, il primo a reagire al post era stato il coordinatore toscano di Forza Italia, Stefano Mugnai: «Rossi non si ferma neanche di fronte alla malattia per cercare di lucrare un voto o di ricostruirsi un’identità politica». Ieri il governatore ha deciso di rispondergli: «Domanderei al compagno Mugnai, che adesso sulla Bekaert si straccia le vesti, se quando delocalizza la Bekaert è un problema perché è il territorio dove deve trovare i voti, e se invece chiudono Termini Imerese va tutto bene».
Fuoco di fila
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