Nazionale, appello da tutto il mondo «Concorsi per salvare la biblioteca»
La lettera al ministro Bonisoli di 87 intellettuali: «Senza assunzioni è a rischio la sopravvivenza»
La cultura è elemento fondante della democrazia Non possiamo rimanere indifferenti
La crisi è sempre più profonda. E l’appello assume dimensioni internazionali. «La Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze è a rischio chiusura per carenza di personale e di risorse adeguate alla sua funzione» scrive, ancora una volta, da sempre inascoltata, l’Associazione dei lettori coordinata da Natalia Piombino della Syracuse University. Il problema è sempre lo stesso, sempre più grave, da anni: il blocco del turn-over impedisce che vengano assunti nei settori strategici gli adeguati rimpiazzi dei tanti pensionamenti che col passare del tempo si sommano. Ecco perché ora l’Associazione si rivolge al neo ministro per i Beni Culturali, Alberto Bonisoli, affinché metta fine a questo stallo — aprendo una nuova stagione di concorsi — per bloccare l’emorragia di saperi e professionalità. Restituendo respiro e prospettiva agli enti in difficoltà, Biblioteca Nazionale in testa. Dopo che il precedente ministro, Franceschini, aveva provveduto ai fondi per i lavori strutturali.
Questa nuova campagna vede i lettori affiancati da 87 firme prestigiose di altrettanti intellettuali, accademici e non, italiani e stranieri, che hanno sottoscritto l’appello. Perché la notizia del pericolo di chiusura di alcuni servizi, paventata a più riprese da tut- ti i direttori che si sono succeduti negli anni, fino all’ultimo, Luca Bellingeri, «non può lasciare indifferente il mondo della cultura e i cittadini che nella cultura individuano uno degli elementi fondanti della democrazia».
In 35 anni la Nazionale di Firenze è scesa da 400 dipendenti a 149. Un dato scioccante per le sue dimensioni. A fronte di una stima ministeriale che vede in 185 unità il numero minimo, la soglia di sopravvivenza. Lo scorso anno è stato riaperto un piccolo spiraglio: il primo concorso del Ministero dopo 3 decenni con 500 nuovi posti di lavoro. Di questi, 5 sono stati destinati a piazza de’ Cavalleggeri.
Nel 1996 i dipendenti della Nazionale erano in 334, nel 2002 in 280, nel 2007 in 216, nel 2010 in 195, con un’età media di 60 anni. Oltre ai bibliotecari, sono mano a mano venuti a mancare amministrativi, informatici, operatori alla vigilanza, restauratori ed assistenti tecnici. E legge Fornero alla mano si stima che nel 2020 i 30 bibliotecari attuali scenderanno a 10. Quando la pianta organica ne prevederebbe 42. «A questo si aggiunge — si legge — lo spreco di energie e competenze che contrasta con la ricchezza di un patrimonio culturale da mettere a disposizione dei cittadini».