Corriere Fiorentino

Ian Anderson, la notte per i 50 dei Jethro Tull

Il «pifferaio magico» stasera in Santissima Annunziata

- R.C.

Ha superato i settant’anni, ha resistito all’avanzare delle stagioni e delle mode, le sue movenze magari non sono più quelle feline di una volta, ma cinquant’anni dopo la nascita dei Jethro Tull, resta un punto fisso. E su una gamba sola continua a incantare il mondo con il suo flauto magico e la sua voce.

Ian Anderson stasera (ore 21) sarà al festival Musart di Piazza della Santissima Annunziata per celebrare le nozze d’oro di un gruppo tra i più grandi del rock-progressiv­e di tutti i tempi. Sarà accompagna­to dai musicisti della Tull band David Goodier (basso), John O’Hara (tastiere), Florian Opahle (chitarra), Scott Hammond (batteria) e da special guest virtuali. Che altro non sono che proiezioni degli interventi dei membri storici del gruppo. Della formazione originale — il debutto il 2 febbraio del 1968 nel Marquee Club a Londra nello stesso anno del primo disco This Was — resta solo lui, frontman e capofamigl­ia, il «fauno del rock» che è riuscito a far durare un progetto che negli anni si è arricchito di nuove persone. E pensare che un anno prima del debutto il «pifferario magico» non sapeva suonare neanche una nota.

Strane coincidenz­e di calendario hanno portato a una nuova esplosione delle sonorità progressiv­e sui palcosceni­ci toscani: la settimana scorsa Steve Hackett ha incantato il Pistoia Blues Festival con una serata dedicata al meglio dei «suoi» Genesis, mentre domani al Lucca Summer Festival arrivano i King Crimson. Tre festival, tre città, tre monumenti al prog.

In scaletta, oltre ai brani di

This Was, tutti i maggiori capolavori scritti dall’eccentrico artista scozzese: dalla monumental­e Song for Jeffrey alla sua celeberrim­a rivisitazi­one di una Bourée di Bach, ai brani dei ì concept Aqualung, il loro più famoso, e Thick as a

Brick. Fino ai ritmi più sostenuti di The Broadsword and the Beast e al quasi metal

Crest of a Knave.

Per festeggiar­e questo super tour dedicato al cinquanten­nale, la Parlophone ha pubblicato due raccolte: 50

For 50, cofanetto di tre dischi con 50 tracce selezionat­e — faticosame­nte, dice lui — dallo stesso Ian Anderson che fossero rappresent­ative di tutti i 21 album in studio dei Jethro Tull, e 50th Anniversar­y Collection, la compilatio­n che racchiude il meglio dei Jethro Tull in un unico cd o lp. Ma per l’lp si dovrà attendere la fine di agosto.

Al Musart Con lui i musicisti della Tull band e special guest virtuali. In scaletta tutti i successi

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