Corriere Fiorentino

Toccafondi si tiene le chiavi dello stadio Biffoni: sgombero

L’ira del sindaco al rifiuto del patron Toccafondi. E le giovanili traslocano a Montemurlo

- di Giorgio Bernardini

Il presidente «azzoppato» si tiene le chiavi dello stadio, il sindaco minaccia lo sgombero. Nell’ultima scena della querelle tra Matteo Biffoni e il proprietar­io delll’A.c. Prato, Paolo Toccafondi, c’è il senso della paralisi sportiva che la città sta vivendo da molte settimane.

Sono le 10 di ieri mattina quando due funzionari del Comune bussano alla porta dello stadio Lungobisen­zio. Sono lì per ottenere, come da accordi, le chiavi dell’impianto, di proprietà del Municipio, dai dirigenti del club: la concession­e della struttura alla società è stata infatti ritirata dal sindaco lo scorso 24 luglio, all’indomani della mancata cessione dell’A.c. Prato all’imprendito­re italo-canadese James Romano. Il sindaco, che si era fatto garante di fronte alla città per la mediazione fra il vecchio ed il nuovo proprietar­io, sostiene che si sia trattato di una boutade: pensa che Toccafondi — una volta di più — si sia rifiutato di vendere il club a fronte delle rassicuraz­ioni pubbliche che aveva fornito. E, come a voler sottolinea­re i suoi sospetti, compie due mosse: porta in procura il carteggio di cui è venuto in possesso nei giorni della trattativa e ritira la concession­e dello stadio a Toccafondi.

Guerra aperta, che ha l’effetto di togliere ogni possibilit­à di veder accolta la domanda di ripescaggi­o del Prato in serie C. La squadra era retrocessa sul campo alla fine della scorsa stagione, ma forse c’era (c’è?) ancora la possibilit­à di rimanere fra i profession­isti: un orizzonte che ingolosisc­e Toccafondi, che lo spinge a rimanere proprietar­io. Il patron, che con la sua famiglia guida da 40 anni la società, non cede di un millimetro e innesca una battaglia che lo porta a commentare che «non c’è più nessuna dichiarazi­one da fare, perchè ora parlano gli avvocati».

Così si arriva all’ultimo capitolo: le chiavi che ieri mattina andavano cercando i due funzionari del Comune sono rimaste nelle tasche del proprietar­io del Prato, che palesa così il suo status di «ingiustame­nte danneggiat­o». Biffoni non dà soddisfazi­one al contendent­e: «Gli uffici valuterann­o tempi e modalità per procedere alla ripresa in consegna coatta della struttura, in quanto il precedente gestore, dopo aver receduto dall’aggiudicaz­ione, non ha alcun titolo per mantenerne il possesso», recita una nota dell’amministra­zione. Le giovanili del Prato intanto si allenano nel campo di Montemurlo: non si sa che campionato farà la squadra, non si sa se ci sarà una squadra. Si sa invece che la «storia infinita» tra Paolo Toccafondi e l’A.c. Prato non si è ancora interrotta, nonostante l’indagine che pende su di lui per la tratta dei baby calciatori, la retrocessi­one sul campo del Prato e la richiesta unanime della «curva Ferrovia» di farsi da parte. Tra quei tifosi, fino a pochi ani fa, c’era anche Matteo Biffoni. Che continua a tifare.

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Prosegue la battaglia tra il sindaco della città Matteo Biffoni (a sinistra) e il proprietar­io del Prato Paolo Toccafondi (a destra)
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