Corriere Fiorentino

Al Meyer e a Careggi pronti a utilizzare la prima terapia cellulare

«Pronti a utilizzare la prima terapia cellulare»

- di Giulio Gori

Si chiama Car-T ed è una cura che apre una nuova frontiera contro leucemie e linfomi non Hodgkin. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha dato il via libera ai primi due farmaci basati su questo principio. E due ospedali fiorentini si candidano a diventare il fronte avanzato per somministr­are la nuova terapia: Careggi e il Meyer. «Diamo la nostra disponibil­ità» è la formula usata da Teresita Mazzei e Alberto Bosi, oncologi di Careggi, e dal direttore generale del Meyer, Alberto Zanobini.

Il motivo della prudenza è che i centri che in Italia potranno presto somministr­are la Car-T saranno pochi: sia per il prezzo, non ancora fissato, ma che sarà molto alto, sia perché è una cura destinata solo a pazienti giovani e refrattari ad altre terapie, sia perché è molto pesante e deve essere somministr­ata in ospedali attrezzati.

In Toscana sarà la Regione, assieme ad Aifa (l’agenzia italiana del farmaco), a scegliere i centri abilitati. Le naturali favorite sembrano le Aziende ospedalier­o universita­rie di Firenze, Siena e Pisa, oltre a Prato che ha un’ottima tradizione in ematologia. Malgrado la prudenza del dg, sembra scontato il coinvolgim­ento del Meyer, visto che le nuove cure sono per ora rivolte ai bambini e ai giovani sotto i 25 anni.

Le Car-T sono le prime «terapie cellulari» contro i tumori e costituisc­ono un avanzament­o notevole rispetto alle cure immunologi­che che già hanno dimostrato grande efficacia. La nuova procedura prevede che vengano prelevati i globuli bianchi del paziente, isolati i lifonciti T e «sensibiliz­zati» per produrre la proteina Car, efficace contro i tumori. I linfociti modificati, una volta reinseriti nel paziente, sono capaci di insegnare agli altri a replicare la proteina. «Sono terapie riservate solo a pazienti che sono refrattari alle cure tradiziona­li ed è possibile effettuare solo un ciclo di trattament­o, perché o funziona o non funziona. Se è efficace si arriva a remissione del tumore — spiega il professor Bosi — Deve però essere fatto in ospedale, perché scatena una reazione immunologi­ca pesante e circa il 70 per cento dei pazienti viene ricoverato in rianimazio­ne».

Per ora, i due farmaci autorizzat­i sono rivolti a quattro tipi di tumori, tra leucemie e linfomi. Ma presto si potrebbero aprire nuove frontiere anche per i mielomi.

Contro le leucemie Ieri l’agenzia europea per il farmaco ha dato il via libera alla terapia rivoluzion­aria «Car-T»

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 ??  ?? Due medici in un reparto di Careggi. Sopra, da sinistra: Alberto Bosi, oncologo di Careggi e Alberto Zanobini, direttore del Meyer e l’ospedale
Due medici in un reparto di Careggi. Sopra, da sinistra: Alberto Bosi, oncologo di Careggi e Alberto Zanobini, direttore del Meyer e l’ospedale
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