«Qui i migranti della Diciotti»
Telefonata dell’arcivescovo Betori alla Cei: la nostra Diocesi pronta ad accogliere
A Firenze arriveranno alcuni dei migranti sbarcati dalla Diciotti. Il cardinale Giuseppe Betori ha telefonato alla Conferenza episcopale italiana e ha dato la disponibilità dell’arcidiocesi di Firenze ad ospitare alcune delle persone rimaste per dieci giorni sulla nave della Guardia Costiera ferma a Catania. Gestirà tutto la Caritas fiorentina.
Firenze apre le porte ai migranti sbarcati dalla nave «Diciotti». Il cardinale Giuseppe Betori ha chiamato la Conferenza episcopale italiana per offrire la disponibilità all’accoglienza di alcuni profughi nel territorio della diocesi fiorentina. La telefonata è partita poche ore dopo lo sbarco, non appena è stata diffusa la notizia che la Cei avrebbe preso in carico un centinaio dei migranti trattenuti per dieci giorni sulla nave della Guardia costiera per volere del governo.
Attualmente i migranti si trovano all’hotspot di Messina, ma saranno presto trasferiti nel centro dell’associazione Auxilium di Ariccia, in provincia di Roma, in attesa di essere ospitati nelle varie diocesi che hanno dato la disponibilità. Firenze è stata una delle prime diocesi a mettersi in contatto con la Cei. Così, già dalle prossime ore, potrebbero arrivare sul nostro territorio alcuni dei profughi della Diciotti, la maggior parte dei quali eritrei in fuga da dittatura e guerra. I migranti saranno accolti sul territorio attraverso l’organizzazione della Caritas, che possiede alcune strutture pronte all’accoglienza.
La permanenza dei profughi non dovrebbe essere a carico dello Stato, come avvenuto finora per la maggior degli sbarcati in Sicilia, ma della Cei, che dovrebbe provvedere alle spese di accoglienza e integrazione. I migranti potranno comunque svolgere le pratiche ministeriali per richiedere l’asilo politico. «Lavoreremo all’accoglienza e all’integrazione — ha detto il presidente della Caritas fiorentina Alessandro Martini — Abbiamo condiviso la scelta della Conferenza episcopale italiana relativamente ai migranti rimasti a bordo della “Diciotti”, noi siamo il braccio operativo per l’accoglienza sul territorio e siamo pronti ad ospitare le persone appena sbarcate».
Un’offerta, quella della Caritas, resa possibile anche dallo svuotamento di molti centri d’accoglienza in seguito ai numerosi dinieghi alle richieste d’asilo dei profughi accolti in questi ultimi anni.
«Questo è un problema reale — ha commentato Martini — Abbiamo tanti profughi a cui è stato negato l’asilo, sono stati costretti a lasciare i centri e adesso vivono sul territorio italiano da irregolari senza la possibilità di fare niente». Non è la prima volta che le istituzioni cattoliche si prendono totalmente in carico i migranti, sia dal punto di vista logistico che economico. Attraverso i corridoi umanitari, sono decine i rifugiati arrivati, soprattutto siriani, accolti dalle comunità religiose toscane.
In tutta Italia, nelle strutture diocesane sono già accolte quasi 30 mila persone. «La nostra risposta è stata una risposta di supplenza — ha detto don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali — La risposta di un Paese democratico matura attraverso ben altri processi. Ma anche risposte di solidarietà e di umanità come questa possono aiutare a sviluppare una cultura dell’accoglienza».
Martini, direttore della Caritas Lavoreremo all’accoglienza e all’integrazione, saremo il braccio operativo dell’operazione: siamo già pronti ad ospitare le persone appena sbarcate