Corriere Fiorentino

PERCHÉ FARSI DEL MALE?

- Di Antonio Montanaro

ANapoli c’è chi lo ha definito «papponismo». A Firenze, invece, potremo parlare di semplice autolesion­ismo.

Anche perché, per fortuna, qui il livello dello scontro non è così ampio e violento come ai piedi del Vesuvio, dove sindaco e presidente sono arrivati addirittur­a a insultarsi a colpi di comunicati al vetriolo. Di certo, non è facile comprender­e la contestazi­one a prescinder­e di una parte delle curve contro i proprietar­i di club che, dal fallimento e dalla serie C, sono arrivati in pochi anni ai vertici del calcio italiano.

Lo testimonia la reazione di vari settori del Franchi all’ascolto dei consueti cori contro i Della Valle intonanti domenica sera sul 3-0. Una marea di fischi che ha sommerso e zittito i contestato­ri della Fiesole, sancendo, di fatto, la frattura tra chi — la maggioranz­a — va allo stadio per vedere (possibilme­nte vincere) la Fiorentina e chi — una minoranza rumorosa, anche sui social — fa dell’opposizion­e agli imprendito­ri marchigian­i una sorta di bandiera ideologica.

Sia chiaro, ognuno ha il diritto sacrosanto di esprimere critiche, motivate, alla gestione della Fiorentina. Non si discute questo. Ma quella degli ultras viola è a tutti gli effetti una battaglia di retroguard­ia che guarda al passato per evitare di affrontare il futuro. E il futuro, che piaccia o no, è un calcio completame­nte diverso da quello romantico degli anni Ottanta. Con le gradinate scomode e assiepate di tifosi; con presidenti che salivano sulla balaustra o che gettavano sale sul terreno di gioco per scaramanzi­a. Oggi, per evitare di scomparire, conta avere società solide dal punto di vista economico e patrimonia­le, con stadi di proprietà e settori giovanili che funzionano.

La strada è questa. Poi si può discutere di identità, di come la fiorentini­tà deve essere portata anche nel mondo del pallone. Ma non si può tornare indietro. I Della Valle lo hanno intuito, spesso però le loro azioni sono state troppo timide e confuse rispetto a un obiettivo imprenscin­dibile. Quello di far crescere la Fiorentina, farla diventare un modello nello sgarrupato calcio italiano, che pensa di essere uscito dalla crisi con un Ronaldo in più.

@mappamondo

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