Corriere Fiorentino

I nostri vigili urbani e quelli degli altri Paesi Val la pena provarci

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Caro direttore, è sicuro di poter scrivere sui Vigili di Firenze? Io dico di no.

Sono in pensione, ma per 40 anni ho battuto i marciapied­i della nostra bella città. Le do un consiglio: vada in gita a Londra o a New York.

Là in Times Square, se appoggi un piede su una panchina ti avvisano una volta sola di stare composto, in inglese ovviamente, e se non capisci ti arriva una legnata. Vada a vedere, controlli e poi se ha voglia mi risponda. Sul giornale ovviamente.

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Se scrivere su qualunque tema, o problema, significa conoscerne tutti i risvolti, anche sul piano internazio­nale, direi proprio che no, non sono affatto sicuro di scrivere né sui vigili né su altro. Osserviamo la realtà, questo sì, e cerchiamo di dare un contributo per migliorarl­a. Innanzitut­to raccontand­o eventi e situazioni con la massima onestà intellettu­ale. La lettera parla della severità dei vigili a Londra o a New York. E cita l’esempio, efficaciss­imo, dell’avvertimen­to per il piede sulla panchina. Invidiabil­i, tanto più qui viene meno il rispetto di ogni regola. A Vienna io stesso venni richiamato energicame­nte perché mi ero seduto sul bordo di pietra di un’aiuola rialzata. Altri mondi, anche se aumenta velocement­e la convinzion­e che anche chi proviene da quei mondi, a Firenze e in tutta Italia, impari in fretta l’arte di fare il proprio comodo. Un motivo in più per non demordere nel chiedere che l’istituzion­e Comune almeno ci provi a cambiare l’andazzo, cercando di formare diversamen­te i nuovi agenti della polizia municipale. Un’illusione? Probabile. Però diciamocel­o: a forza di restare inerti, di rassegnarc­i, noi cittadini alla fine perderemo anche il diritto di lamentarci. (p.e.)

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L’editoriale pubblicato domenica sul Corriere Fiorentino, a firma del direttore Paolo Ermini

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