L’arco, San Francesco e Raffaello: tutti i misteri di Costa Scarpuccia
C’erano un grande arco, delle mura, una «casetta» che serviva più da sgabuzzino che per abitare. Il suggestivo arco tagliava l’imboccatura di Costa Scarpuccia, quasi di faccia a Santa Lucia dei Magnoli, ed era attaccato da un lato alla casa oggi Giuliani, dove Costa Scarpuccia si incrocia con via dei Bardi.
Costa, perché così i fiorentini chiamarono le ripide stradine che dall’Arno, nella zona di Ponte Vecchio, salgono a Porta San Giorgio; Scarpuccia — come già attestato alla fine del Duecento — in riferimento alla ripida scarpata del poggio dei Magnoli. La stradina fino alla prima metà del Settecento era lunga poche decine di metri per poi finire nei campi e solo nella seconda metà del secolo raggiunse Costa San Giorgio per essere lastricata, assieme alle altre Coste, e renderla più praticabile. Una strada «minore», ma non certo per bellezza e storia. A pochi metri da Costa Scarpuccia infatti un piccolo tabernacolo in via dei Bardi ricorda l’arrivo a Firenze di San Francesco — «Qui giunse nel 1211 per la prima volta a Firenze San Francesco d’Assisi» — che assieme a Fra Silvestro si fermò, secondo la tradizione, proprio nell’Ospizio di Santa Lucia dei Magnoli e che dieci anni più tardi tornò in riva all’Arno e forse incontrò San Domenico che era anche lui in città. E non solo. In quel tratto di via de’ Bardi c’è il grandioso palazzo quattrocentesco Palazzo Capponi alle Rovinate, detto così perché la collina dei Magnoli ad ogni pioggia abbondante aveva piccoli smottamenti e la sua instabilità provocò la frana che abbattè nel 1547 le case dei Nasi, rompendo in 17 pezzi la celebre e bellissima Madonna del Cardellino che Raffaello aveva realizzato per la nobile famiglia. E l’arco? Nulla si sa della sua storia ed origine e intorno alla metà del secolo XIX fu abbattuto, tagliano anche la casina, ridotta ad un terzo e rimasta a «presidiare» l’incrocio con via dei Bardi, con l’aiuto di un cipresso come vedetta. L’albero salutava chi si inerpicava sulla Costa, come Vasco Pratolini che andava a trovare il fratello Dante, messo a balia presso una casa sul viale dei Colli: «Ti venivamo a trovare sul colle. Si saliva Costa de’ Magnoli, Costa Scarpuccia, era estate, luglio; ogni volta, finita l’ascesa, io volevo trattenermi a guardare San Giorgio e il Drago, scolpiti sulla Porta».