Modello Klopp
Velocità e muscoli: la nuova Fiorentina si ispira ai Reds
C’è stata l’Inter di Herrera, l’Olanda di Cruijff, il Milan di Sacchi, fino al Barcellona di Guardiola. Squadre che hanno scandito a suon di rivoluzioni la storia. «Oggi — spiega Cesare Prandelli — ci sono due modelli di riferimento: il Manchester City di Guardiola e il Liverpool di Klopp». Ecco, la nuova Fiorentina di Pioli è nata ispirandosi ai Reds.
Il primo elemento di similitudine, infatti, è lo schema base: il 4-3-3. Da molti viene considerato l’abito migliore per coprire ogni zona del campo. Lo si può interpretare in diversi modi, ma la Fiorentina ha scelto una strada vicina a quella del Liverpool. Tutto nasce da una parola, alla quale Klopp è particolarmente affezionato: «gegenpressing». Traduzione: pressing immediatamente successivo alla perdita del pallone, aggredendo in avanti senza, al contrario, correre all’indietro. Il Liverpool in questo è maestro, ma anche i viola (martellati da Pioli fin dallo scorso campionato) stanno crescendo. Basta ripensare al gol di Milenkovic col Chievo. Sul rinvio della difesa gialloblu, il serbo, era quasi al limite dell’area avversaria. Ha aggredito «altissimo», ha recuperato palla, e ha calciato in porta.
Non sempre però, è possibile farlo. La Fiorentina, a un certo punto, si è raccolta, attirando il Chievo a se per poi colpirlo negli spazi. E in questo, il Liverpool di Klopp, è letale. Un esempio? Il 3-0 nella semifinale d’andata di Champions della scorsa stagione col City. Aspettava, si rannicchiava, e mordeva nello spazio. A Klopp, così come a Pioli, non interessa troppo il possesso palla. Contro il Chievo, per esempio, questo dato ha visto i viola sostanzialmente alla pari degli uomini di D’Anna: 29’49 per la Fiorentina, 30’17 per Tomovic e soci. Con una specifica. I viola hanno tenuto il pallone per oltre 20’ nella propria metà campo. È, di fatto, un altro aspetto del calcio modello Liverpool. Si tiene la palla là dietro, giranmente: dola tra i difensori, per poi verticalizzare all’improvviso (anche saltando il centrocampo) quando si crea lo spazio. I reds lo fanno cercando soprattutto Salah, mentre i viola, quando hanno lanciato alle spalle della difesa gialloblu, hanno cercato soprattutto Chiesa. Non è un caso, ovvia- sono i due più veloci (Chiesa ha toccato un picco di oltre 31km/h). Pochi palleggiatori, dunque, e tanta fisicità. Nei reds i tre «titolari» sono Fabinho, Henderson e Keita. Piedi non raffinatissimi, ma muscoli, polmoni e forza fisica. E la Fiorentina? Benassi, Veretout (domenica Fernandes) e Gerson. Solo il brasiliano, ha tecnica sopraffina. Per il resto spazio ad esplosività, interdizione, e capacità di andare negli spazi. Del resto, come abbiamo visto, sia Reds che viola cercano poco il palleggio a metà campo. I centrocampisti servono per aggredire gli avversari, per inserirsi, o per cercare subito le punte una volta recuperato il pallone.
Le differenze si notano soprattutto nel tridente. Il Liverpool ha scelto un falso nove (Firmino) che si trasforma in trequartista, e fa da fionda per le due ali: Mane e Salah. La Fiorentina invece ha un centravanti puro come Simeone e, quindi, ricerca anche il fondo, per trovare cross buoni per il Cholito. E poi i terzini. Klopp li usa entrambi come ali (Arnold e Robertson) mentre Pioli ha scelto una via più equilibrata. Da una parte un uomo più offensivo (Biraghi) dall’altra un difensore puro (Milenkovic) molto più bloccato. Sia chiaro, nessuno vuole paragonare la Fiorentina al super Liverpool. Si viaggia su dimensioni lontane. Eppure, Pioli (come qualsiasi allenatore) ha studiato sul serio il collega tedesco, ne ha tratto ispirazione e poi, naturalmente, ci ha messo del suo.
Modulo, velocità e centrocampo muscolare: così Pioli si è ispirato al gioco di Klopp