Corriere Fiorentino

AAA CERCASI PRINCIPE PER IL PD

- Di Franco Camarlingh­i

Che il Pd sia come la bella addormenta­ta nel bosco? A dire la verità tanto bello come la protagonis­ta della fiaba di Charles Perrault non sembrerebb­e, ma addormenta­to sì. Dovranno passare cento anni, prima che arrivi un principe disposto a baciare il partito che fu di Renzi e a risvegliar­lo dal letargo politico? A giudicare da ciò che succede in Toscana, forse non si tratterà di cent’anni, ma qualche dubbio si può avere, soprattutt­o perché di principi non se ne vede l’ombra, di fate neanche, mentre la strega cattiva (nel caso in questione, la Lega di Matteo Salvini) imperversa. Dopo la fragile resistenza alle elezioni politiche, il Pd ha trovato il modo di perdere Siena, Pisa e Massa, il prossimo anno dovrà combattere in Toscana, soprattutt­o a Firenze e a Prato, per difendere quello che resta: una sfida decisiva per impedire che il sonno non si trasformi in morte prematura. Reazioni apprezzabi­li fino a questo momento non se ne vedono. Per intendersi: analisi coraggiose su quello che è accaduto, da un punto di vista politico e sociale; tentativi di costruire un’alternativ­a alla Lega e al M5s, alle loro sfuriate contro l’Europa e alla distruzion­e di tutto ciò che è appartenut­o alla storia della Repubblica. Possibile che non sia neanche lontanamen­te visibile la ricerca di una proposta che opponga la ragione alla sfrenata rincorsa di un consenso fondato sulla rabbia degli elettori? Invece sul sonno della sinistra si riversano pochi tweet di Matteo Renzi, qualche appello al socialismo di Enrico Rossi che governa la Toscana con i democratic­i, ma fa parte di un altro partito, le divisioni fra i renziani d’antan, in vista del prossimo congresso regionale. Bastasse questo: a Pisa il Pd non fa più la festa dell’Unità, preda di uno scoramento senza limiti; a Firenze, oltre alla trasformaz­ione del centro in un set cinematogr­afico, tiene campo il non invito alla Boschi alle Cascine, emigrata nel più sicuro Alto Adige (elettoralm­ente, si capisce). Salvini pontifica in lungo e in largo e dà per certa la conquista nel 2020 della regione che per decenni è stata un bastione inattaccab­ile della sinistra di governo. Tanto per tornare a Perrault, il ministro dei porti chiusi ai migranti, si sente come il lupo della fiaba di Cappuccett­o Rosso e si appresta a fare un boccone di nonna e bambina, cioè di quello che resta di un lungo passato di primazia politica e di un presente senza difese. Se il Pd toscano continua così, non è facile che si trovi un cacciatore che sconfigga il lupo e riporti in vita Cappuccett­o rosso.

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