«Brinderemo con l’alluvione di Livorno»
L’inchiesta sugli appalti della Protezione civile, nuovo arresto per l’ex capo Stefanini
«Dobbiamo incontrarci e brindare all’alluvione». E giù risate. Un mese e mezzo dopo il disastro Livorno non aveva ancora finito di piangere i suoi morti ma c’era chi aveva voglia di festeggiare. Proprio come accadeva a L’Aquila un po’ di anni fa, quando due imprenditori sghignazzavano pensando agli affari che avrebbe fatto con la ricostruzione post terremoto. La conversazione sconcertante emerge dall’ultima inchiesta sulla Protezione civile di Livorno condotta dalla squadra mobile e coordinata dal procuratore Ettore Squillace Greco. Ieri, con l’accusa di turbativa d’asta e truffa ai danni dello Stato, sono finiti agli arresti domiciliari il funzionario Riccardo Stefanini, 60 anni, (con il braccialetto elettronico) e l’imprenditore Emanuele Fiaschi, 37 anni, titolare della ditta Tecnospurghi di Livorno. Le indagini sono partite proprio all’indomani della tragica alluvione del 10 settembre scorso, costata la vita a nove persone. Lo scorso maggio il primo filone si era concluso con l’arresto per peculato di Stefanini, ieri la seconda puntata di una vicenda che potrebbe portare a ulteriori sviluppi.
Al centro delle indagini sono finite due gare, entrambe sotto la soglia dei 41 mila euro e pertanto affidate direttamente. La prima («Multiservizi») riguarda la fornitura di sale, mezzi e anche alimenti necessari a rispondere alle emergenze, la seconda è relativa al cosiddetto «Alert System», ovvero la chiamata automatica in caso di emergenza alla popolazione. In questo filone è indagata anche la rappresentante commerciale della società ComunicaItalia di Roma, Nicoletta Frugoli, 66 anni, accusata di aver aiutato Stefanini a preparare il bando su misura. Per lei il gip Antonio Del Forno ha disposto l’interdizione per un anno. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, guidati da Salvatore Blasco, a Livorno il sale utilizzato contro il ghiaccio per le strade, sarebbe stato pagato fino a 5 volte in più rispetto ad altre città.
È stata proprio l’intercettazione sul brindisi che ha fatto insospettire gli inquirenti: secondo la Procura, infatti, Stefanini aveva costruito il bando di gara della «Multiservizi» — 35 mila euro — in modo da farlo vincere all’amico imprenditore Fiaschi. In che modo? «Prima — scrive il gip di Livorno Antonio Del Forno nell’ordinanza — informandolo dell’offerta pervenuta da parte di altra ditta concorrente» e poi «attivandosi al fine di escludere detto concorrente». Oltre alla Tecnospurghi di Livorno è interessata alla gara anche la ditta di Camaiore «Ceragioli Costruzioni».
È Stefanini stesso a telefonare direttamente al responsabile della ditta concorrente per indurlo a rifiutare. «A noi — dice a dicembre il funzionario della Protezione civile — interessa avere la piena disponibilità 365 giorni e 24 ore su 24, Natale, Capodanno, delle pompe idrovore e poi nel periodo invernale la piena disponibilità di due spargisale. Prima di mettervi in difficoltà ho detto...sarà meglio... una telefonata allunga la vita...». I requisiti richiesti dalla gara erano la disponibilità di una sede operativa nel raggio di 15 Km da Livorno, la reperibilità aziendale 24 ore su 24 per 365 giorni, il possesso di attrezzatura tecnica per gli interventi da eseguire. «Per essere corretti a questo punto dico che la disponibilità per ora non ce l’ho, se non è programmabile almeno in una mezza giornata».
E Stefanini spiega: «Abbiamo preteso questa cosa visto quel che è successo, si ha otto morti sulla schiena e la magistratura ci morde il collo a tutti quanti e dobbiamo supertutelarci. Bisogna essere tassativi. Cerchi di capire abbiamo una situazione molto critica, qua ci stanno tutti addosso, se si prende una cosa e poi lei non ce l’ha in magazzino si fa una figuraccia tutti». La conversazione è convincente e l’imprenditore decide di rinunciare: «Veda un po’ lei se mi scrive qualcosa e mi dice che per un mero errore...oppure la chiamo lo stesso alla gara e poi lei non partecipa, veda lei». Alla fine l’imprenditore scrive una mail per dire che «le attrezzature sono disponibili solo dietro preallerta e comunque non prima delle quattro ore dalla richiesta». Subito dopo parte un messaggio all’imprenditore amico: «Forse ho sistemato la cosa». Le indagini accerteranno che lo stesso Fiaschi non ha comunque i mezzi che Stefanini richiede all’imprenditore di Camaiore: una due autopompe che dal 15 novembre al 15 marzo doveva essere disponibile nella sede dell’impresa aggiudicatrice in realtà si trovava a Massa, dove Fiaschi è titolare di un’impresa gemella. E di due mezzi spargisale che dovevano essere esserci la ditta di Fiaschi ne dispone di uno solo. A febbraio, nei giorni dell’emergenza ghiaccio, quando si rese necessario il secondo mezzo a Valle Benedetta venne utilizzato quello di un volontario che da anni lo mette a disposizione in caso di necessità. A incassare il denaro per il lavoro non effettuato è però la Tecnospurghi.
A maggio Stefanini era finito agli arresti per peculato, stessa accusa che aveva portato a una condanna nove anni fa. Secondo l’inchiesta Stefanini rubava benzina ma anche acqua e beni alimentari donati dai supermercati per i bisognosi. «Tanto se non lo faccio io — aveva risposto una volta a un collega che l’aveva rimproverato — lo fanno le associazioni di volontariato». L’inchiesta aveva preso il via dalla denuncia del sindaco Filippo Nogarin che aveva raccolto le confidenze di un’impiegata del Comune. «Chi voleva lucrare sul disastro dell’alluvione ora non brinda più, hanno dato uno schiaffo alla città», ha detto Nogarin annunciando che il Comune si costituirà parte civile.
I ntercettazione/1 Si ha otto morti sulla schiena e la magistratura ci morde il collo a tutti quanti e dobbiamo supertutelarci. Bisogna essere tassativi...
Nogarin Voglio ringraziare la squadra mobile e la Procura per questa operazione. Mi ha schifato leggere che qualcuno stava trattando l’enorme disastro che aveva colpito Livorno come occasione da celebrare per un tornaconto personale
Intercettazione/2 Abbiamo una situazione molto critica, qua ci stanno tutti addosso, se si prende una cosa e poi lei non ce l’ha in magazzino si fa una figuraccia tutti